Apple prepara la rivoluzione e potrebbe annunciare entro la fine dell’anno la nuova famiglia di processori Silicon, che debutterà sui Mac.
Non si tratta di un semplice passaggio generazionale, ma il ritorno ad una filosofia abbandonata nel 2005, quella dei processori costruiti direttamente in casa, con la conseguente scelta di abbandonare Intel.
In questo caso la valutazione economica è solo una delle componenti. L’esperienza maturata in campo mobile, con le CPU basate su architettura ARM, è ormai tale da consentire al gigante di Cupertino di poter allargare la produzione anche alle altre linee produttive, notebook compresi. La potenza e l’efficienza energetica infatti sono arrivate ad una maturazione tale da rendere questi processori competitivi anche ad alti livelli.
La conferma arriva dal solito, affidabile, leaker Jon Prosser, che su Twitter annuncia la data del 17 novembre come quella scelta per alzare i veli su questo prodotto.
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L’unico bastone tra le ruote potrebbe essere costituito dalla pandemia per il Covid-19, che potrebbe causare uno spostamento dell’annuncio, ma per il resto, sempre secondo le indiscrezioni, è tutto pronto.
L’Apple Silicon sarà costruito, come detto, sull’archiettura ARM, quella utilizzata per i processori di iPhone e iPad. Parliamo quindi di una ingegnerizzazione a 5 nanometri. Non è dato sapere su quali linee saranno montati, se MacBook, MacBook Pro o MacBook Air. L’A14X, questo il nome in codice, dovrebbe essere dotato di 12 core, con 8 dedicati al calcolo e 4 al risparmio energetico.
Il nuovo SoC porta di nuovo all’internalizzazione di tutte le componenti e libera Apple da fornitori esterni di componenti. Il nuovo processore sarà ottimizzato per alcuni scopi, come il video editing, il machine learning, la crittografia o l’output HDR. Sempre secondo le anticipazioni non ci sarà comunque un distacco definitivo con Intel e la storica architettura X86, che probabilmente sarà offerta ancora per molti anni su prodotti come gli iMac.
La principale sfida riguarderà ovviamente il software, che dovrà essere totalmente riconvertito. In questo caso potrebbero venire in aiuto gli sviluppatori che già lavorano in campo mobile e che quindi hanno esperienza sulla famiglia CPU utilizzata con i dispositivi Mobile.
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