Covid, anche i dati Google confermano il crollo degli accessi ai locali pubblici e degli spostamenti dei cittadini su tutto il territorio italiano, sia nelle zone gialle che arancioni e rosse.
Gli ultimi dati disponibili sono quelli del 6 novembre e rappresentano i dati raccolti, anonimamente secondo il gigante di Mountain View, sfruttando gli utilizzatori di smartphone Android.
La tendenza generale su tutto il territoio italiano è decisamente negativa, con un -40% di accessi a luoghi come ristarnti, bar, centri commerciali, parchi a tema, musei, biblioteche e cinema. Il dato nazionale sugli spostamenti verso supermercati, magazzini per prodotti alimentari, mercati agricoli, negozi di specialità gastronomiche, parafarmacie e farmacie segna un -8%.
Una diminuzione simile, -15%, viene registrata per parchi, spiagge, aree cani, piazza e giardini pubblici, ma i crolli maggiori sono quelli legati al mondo del lavoro. Gli hub di trasporto pubblico, stazioni ferroviarie e metropolitane, autobus, segnano un calo del 45%, mentre i luoghi lavorativi, seguendo un trend costante, sono arrivati al -30%.
Covid, crollo verticale per la mobilità nelle zone rosse
Entrando nello specifico delle regione proviamo a prendere due casi diversi tra loro. Il primo è la Lombardia, purtroppo ancora una volta la regione più colpita dal Coronavirus e ora in una situazione di semi lockdown. L’altra è il Lazio, zona gialla che rimane sotto la soglia Rt 1,5, considerata critica.
Per quanto riguarda la regione del nord, vediamo un crollo del -64% per l’accesso al retail e al tempo lilbero, -26% invece per gli ingressi ad alimentari e farmacie e -41% di presenze nei parchi e giardini.
Dratica anche la diminuzione, rispettivamente, per il trasporto pubblico, luoghi lavorativi e spostamenti verso zone residenziali: -61%, -38%, -22%.
Nel Lazio la situazione è decisamente diversa. il calo degli accessi a ristoranti e bar è del 32%, mentre non si registrano praticamente variazioni per alimentari e farmacie (-2%). Diminuiscono gli accessi ai parchi (-17%), mentre sono più sostanziali le variazioni per trasporto pubblico e lavoro: -45%, -33%. Sorprende invece il dato sugli spostamenti verso le seconde case. Stavolta l’indice è positivo, con un +13%.
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