Studio Usa: “Scarsa tecnologia aumenta lo stress e fa calare produttività”

Forte correlazione fra stress e tecnologia
Stress e tecnologia, lo studio Usa (Foto Bbc)

Uno studio Usa ha evidenziato una correlazione diretta fra il livello di stress e l’utilizzo di tecnologia inadeguata. In poche parole, chi lavora tutti i giorni con mezzi tecnologici all’altezza della situazione, che possano essi essere smartphone, notebook, pc fissi, connessioni internet e via discorrendo, registra un livello di stress più basso rispetto ai colleghi invece costretti a lavorare in difficoltà. A dare vita a questo studio sono stati i ricercatori della Dell, colosso della tecnologia americana, che hanno collaborato assieme alla società di neuroscienze EMOTIV. Durante la ricerca sono state misurate le onde cerebrali dei lavoratori sottoposti a cattive esperienze tecnologiche, e sono stati coinvolte persone di varie età e con differenti abilità informatiche. “Nel momento in cui le persone hanno iniziato a utilizzare una tecnologia scadente – le parole di Oliver Oullier di EMOTIV parlando con l’agenzia di stampa Reuters – abbiamo visto un raddoppio dei loro livelli di stress. Sono rimasto un po’ sorpreso – ha aggiunto – perché raramente si vedono livelli così alti”.

Se la tecnologia non funziona lo stress va alle stelle
Cattiva tecnologia aumenta il livello di stress (BBC)

LEGGI ANCHE Smartworking, a rischio la privacy dei lavoratori con il Productivity Store Microsoft

LO STUDIO USA CHE CORRELA LO STRESS ALLA TECNOLOGIA: E CON IL LOCKDOWN…

Se quindi era scontato pensare ad un innalzamento dello stress nell’affrontare problemi tecnologici di vario tipo, a sorprendere è il livello raggiunto dello stesso, in quanto nessuno prima d’ora l’aveva mai quantificato. Ouillier ha inoltre sottolineato come il rilassamento non giunga in fretta dopo lo stress, in quanto “Ci vuole molto tempo”. Scarsa tecnologia che può incidere in maniera significativa anche sulla produttività dell’azienda, e dalla ricerca è emerso un calo della produzione del 30% fra i soggetti al di sotto dei 40 anni: “Le brutte esperienze ti influenzano indipendentemente dall’alfabetizzazione informatica – le parole di Cile Montgomery, manager di Dell – ma i giovani sembrano essere più colpiti perché si aspettano che la tecnologia funzioni”. A complicare la situazione, il covid e il relativo lockdown: “Quando sei bloccato a casa e tutto ciò che hai è un computer fornito dal tuo datore di lavoro – aggiunge Ouillier – potresti non avere accesso al supporto tecnico. Ecco perché è così importante quando sei remoto, avere una tecnologia che funzioni”.

Impostazioni privacy