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Parte una class action contro Apple per l’obsolescenza programmata

Altroconsumo coordina una class action contro Apple per conto di circa un milione di utenti che hanno acquistato iPhone 6: chiesto risarcimento da 60 milioni.

Tutta la line iPhone 6 tacciata di obsolescenza programmata dopo l’update a iOS 10 (image from pixabay)

Nuove noie legali per Apple. Altroconsumo ha infatti lanciato una class action contro il colosso californiano per obsolescenza programmata. L’azione legale coordinata dall’associazione dei consumatori e avviata presso il Tribunale di Milano, rappresenta un milioni di utenti e punta ad ottenere da Apple un risarcimento da 60 milioni di euro.

Secondo l’accusa di Altroconsumo, Apple è colpevole di aver ingannato i consumatori italiani tramite la pratica dell’obsolescenza programmata. Per una class action analoga, la società di Tim Cook ha dovuto sborsare un risarcimento di 500 milioni di dollari ai consumatori americani che avevano speso soldi per riparare i propri iPhone.

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Class Action contro Apple: ecco di cosa è accusata la casa di Cupertino

Il Tribunale di Milano dovrà pronunciarsi sull’ammissibilità della class-action (image from pixabay.com)

La class action avviata da Altroconsumo prende in esame il caso di iPhone 6, 6 Plus, 6S e 6S Plus. Tra il 2014 e il 2020, i proprietari di questi telefoni hanno visto le prestazioni dei loro dispositivi diminuire drasticamente dopo l’aggiornamento obbligatorio del software a iOS 10 e 10.1.2. Per rimediare al problema, gli utenti hanno speso dei soldi in più per sostituire la batteria, quando non hanno del tutto sostituito il telefono. A quanto pare il problema era invece la durata “a tempo” degli smartphone, la cosiddetta obsolescenza programmata.

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Poiché la vicenda coinvolge un milione di clienti Apple, ciascuno dei quali ha affrontato una spesa aggiuntiva tra i 29 e gli 89 euro, per una media di 60 euro, il risarcimento richiesto ammonta a 60 milioni di euro. Come si legge nella nota di Altroconsumo, la class-action va inquadrata nel contesto dell’azione legale collettiva di Euroconsumers, di cui l’associazione consumatori italiana fa parte, e va così ad aggiungersi a quelle delle associazioni di categoria Ocu (Spagna), Deco (Portogallo) e Test-Achats (Belgio). Ora si attende che il Tribunale di Milano si esprima sull’ammissibilità dell’istanza.

Raffaele Pigneri

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