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Stalkerware, in Europa sette donne su dieci vittima di cyberviolenza

Dai rilevamenti fatti dall’azienda russa Kaspersky nel 2019, l’uso di Stalkerware ha registrato un aumento del 67% rispetto all’anno precedente. Tra i paesi più interessati al fenomeno anche l’Italia.

Stalking e cyberviolenze nel 2019 hanno registrato un’aumento del 67% (Photo by Sergey Zolkin on Unsplash)

Tra le varie forme di violenza perpetrabile online c’è sicuramente lo stalking. Le attività legate a pratiche di cyberviolenza hanno subito una netta crescita rispetto agli anni precedenti.

Nei paesi europei – in testa Germania, Italia e Francia – ad essere maggiormente colpite sono le donne: ben sette su dieci riferiscono di essere state vittime di cyberstalking e di aver conseguentemente subito anche violenze fisiche dal partner.

Ma di cosa si tratta esattamente? Con il termine “Stalkerware” si intendono tanto la pratica di spiare un individuo in tutte le sue attività, quanto gli strumenti informatici atti ad eseguire determinate azioni di controllo sui dispositivi della vittima per leggere messaggi o visualizzarne gli spostamenti.

Un’aumento di casi preoccupante che ha chiamato ad un fronte comune organizzazioni e aziende di vari settori: European Network for the Work with Perpetrators of Domestic Violence, Fundación Blanquerna, Kaspersky, Una Casa per l’Uomo e Regione del Veneto.

Ad inizio 2021 questo fronte comune ha dato il via al progetto europeo “DeStalk”, sostenuto dalla Commissione europea con il Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza.

Come il progetto DeStalk darà sostegno alle vittime di cyberviolenza

I partner del Progetto DeStalk

Il fine di DeStalk è quello di articolare una strategia di sostegno, formazione e sensibilizzazione per arginare un fenomeno sin troppo in espansione.

Gli obiettivi di questo progetto saranno quelli di creare delle dispense formative sul tema e renderle disponibili su piattaforme di e-learning a 200 operatori.

Materiale indispensabile a formare il personale di supporto a capire meglio come affiancare le vittime di atti che – come affermato da Alessandra Pauncz, direttore esecutivo del WWP European Network – privano di ogni libertà chi li subisce.

Ci sono campi come stalkerware e cyberviolenza – interviene a sottolineare l’importanza della formazione Elena Gajotto, Project Manager di Una Casa per l’Uomo – che vengono spesso trascurati nei programmi di supporto o di trattamento proprio a causa di una totale assenza di una formazione congrua e di strumenti adeguati.

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Ma non solo acquisire nuove metodologie di supporto. Un altro importante traguardo sarà quello di migliorare le capacità di cooperazione tra le strutture.

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Il piano del consorzio prevederà, poi, l’aggiornamento e la verifica degli strumenti attualmente in mano agli operatori coinvolti nelle attività di sostegno alle vittime e nei programmi di coloro che perpetrano le violenze.

Insomma – come sostenuto dai vari partner coinvolti – fare network può essere il miglior modo per combattere la nuova frontiera dei soprusi online.

Francesco Celli

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