Raggi laser, sciame di droni, robot: le armi del futuro sono già qui

Gli eserciti mondiali potrebbero essere a breve dotati di armi decisamente avveniristiche, viste solamente nei film di Hollywood. Si perchè il futuro è più vicino di quanto si potrebbe pensare come dimostrano gli esperimenti sulle armi a raggio laser in stile Star Wars, nome tecnico Tactical ultrashort pulsed laser, su cui sta lavorando da tempo la Marina degli Stati Uniti.

Armi del futuro (Foto Agi)
Armi del futuro, raggi laser e droni (Foto Agi)

Spazio quindi a sciami di droni e robot, ma anche l’importanza dell’internet delle cose, la realtà aumentata e la crittografia quantistica. Ad accomunare il tutto, l’energia, presa direttamente da fonti rinnovabili o da piccoli reattori nucleari. “Il 2035 – ha spiegato a Wired.it il colonnello Paolo Sandri, capo dell’ufficio innovazione dell’esercito italiano – è lo spartiacque tra l’attuale livello tecnologico e il futuro che modificherà la dimensione spaziale e temporale del combattimento”. Al centro dei nuovi armamenti, i sistemi robotici e autonomi, i cosiddetti Tas, e i primi test scatteranno nel giro di sei/12 mesi: “Per esempio – dice a riguardo ancora Sandri – piccoli Ugv (unmanned ground vehicle, mezzi terrestri a guida autonoma, ndr) dotati di sensori per esplorare il territorio e inviare segnali direttamente all’operatore”.

Armi del futuro sono già qui (Foto infodifesa.it)
Armi del futuro sono già qui: scopriamole assieme (Foto infodifesa.it)

RAGGI LASER, E NON SOLO, ECCO LE ARMI DEL FUTURO: “MA LE SCELTE CRITICHE SARANNO DELL’UOMO”

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Sui droni invece: “Potremo usare micro-droni per fare le sentinelle, con funzioni di riconoscimento facciale e acustico”. Il secondo step sarà fare in modo che l’acquisizione di informazioni sul campo vengano immagazzinate in un sistema di intelligenza artificiale che possa poi prendere decisioni automatiche, come ad esempio il recupero di un ferito: “Ma non per un’arma – specifica Sandri – non è etico. Le scelte critiche finali spettano sempre all’uomo”.

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A riguardo si trova concorde anche l’Europarlamento, che a fine gennaio aveva ‘sentenziato’: “La decisione di selezionare un bersaglio e di effettuare un’azione legale usando un sistema di arma autonoma deve essere sempre fatta da un essere umano, che esercita un pieno controllo e giudizio”. Ma negli Usa sembrerebbero aver intrapreso una strada opposta, in quanto i robot farebbero meno errori degli esseri umani. E fra gli scenari di guerra futuri, non si può dimenticare lo spazio: “Il confronto su spazio e cyberspazio – dice ancora il colonnello Sandri – non avviene in campo aperto, ma la tensione resta sotto soglia. L’orizzonte sarà quello delle operazioni multidominio”, ovvero, che si sviluppano in contemporanea su più fronti, leggasi terra, aria, acqua, spazio e cyber.

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