Il colosso cinese dell’e-commerce, Alibaba, è stato sanzionato con una multa gigantesca. “L’Amazon di Pechino” dovrà infatti versare nelle casse dell’erario ben 18.2 miliardi di yuan, che al cambio fanno 2.78 miliardi di dollari.
Il gigante dell’online è accusato di abuso di posizione dominante, una sorta di monopolio, e accusa che spesso e volentieri viene additata alle Big Tech americane. A dare l’annuncio sono stati i media di Pechino come riferisce Repubblica, e la multa ha fatto seguito all’inchiesta che è stata avviata nei confronti dell’azienda durante il mese di dicembre 2020, così come riferito da Nuova Cina. La sanzione mastodontica nei confronti di Alibaba si iscrive in una stretta del Partito comunista cinese nei confronti dei colossi dell’e-commerce e del web presenti nel paese, circa il loro predominio industriale che soffoca la concorrenza, e l’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato ha così deciso di sanzionare il portale fondato da Jack Ma, fra gli uomini più ricchi al mondo, visto che lo stesso limiterebbe la competizione tra le aziende che si occupano dello stesso settore, ovvero, le vendite online.
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Nel dettaglio le indagini scattate alla fine dell’anno scorso e riguardavano il fatto che lo stesso Alibaba chiedesse ai commercianti una sorta di esclusiva, ovvero, che i loro prodotti venissero venduti online solo su quella piattaforma e non su altri siti di e-commerce. Di conseguenza, tenendo conto delle entrate del 2019 pari a 455.7 miliardi di yuan, si è optato per una multa pari al 4% delle stesse.
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La Cina aveva multato già altri 12 colossi tecnologici a cominciare da Tencet Holdings, la proprietaria dell’app messaggistica WeChat, ma la sanzione era stata irrisoria, 77mila dollari, nulla in confronto a quanto dovrà sborsare il “povero” Jack Ma. Il fondatore del sito di e-commerce più potente al mondo per volumi d’affari (neanche Amazon vende così tanta merce), torna quindi al centro delle cronache dopo quanto accaduto a cavallo fra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Ad ottobre, infatti, il miliardario dagli occhi a mandorla aveva criticato in maniera pubblica il governo comunista di Pechino, ed era poi scomparso fino a riapparire “misteriosamente” a fine gennaio.
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