La variante indiana del covid è giunta anche in Europa da qualche giorno a questa parte. L’ultimo avvistamento è stato in Svizzera, così come fatto sapere attraverso Twitter dall’Ufficio federale della sanità pubblica: “Il primo caso della variante indiana del Covid-19 è stato scoperto in Svizzera”.
Il caso è stato individuato di preciso presso una persona in transito in uno degli aeroporti elvetici, e va ad aggiungersi alle segnalazioni giunte anche dalla Gran Bretagna e dal Belgio. L’India è tornata nell’occhio del ciclone negli ultimi giorni dopo che il numero di infetti è tornato a crescere in maniera esponenziale. Basti pensare che nella sola giornata di venerdì sono stati ben 330mila i casi segnalati, mentre le vittime sono state nelle ultime 24 ore ben 2.263. Una situazione che ovviamente gli ospedali locali non possono reggere, e dappertutto mancano attrezzature e soprattutto ossigeno. Tutta colpa appunto della nuova variante indiana, che come quella inglese, non risulta essere più pericolosa ma semplicemente più contagiosa, di conseguenza, si diffonde più velocemente del ceppo originario.
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«Non è sconvolgente che ci siano varianti – commenta all’AdnKronos Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano e docente dell’università Vita-Salute – è ciò che ci aspettavamo. Lo stesso virus che arrivò per primo in Italia era una variante di quello di Wuhan. Non c’è dunque da spaventarci, perché per ora i vaccini hanno dimostrato di proteggere da queste varianti e qualora ci fosse qualche sorpresa possiamo modificarli, come facciamo tutti gli anni con il virus dell’influenza».
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Secondo Clementi, quindi, i vaccini in circolazione sarebbero in grado di proteggere dalla variante indiana: «Abbiamo per fortuna i vaccini a m-Rna che in pochissimo tempo possono essere riarrangiati, questa è una grandissima evoluzione tecnologica che questa epidemia, con tutto il negativo che ha portato, ha fatto emergere: una tecnologia che è, e sarà, straordinaria». Intanto Gran Bretagna, Canada, Singapore e Emirati Arabi Uniti hanno vietato i voli dall’India, ed è probabile che a breve anche altre nazioni si aggiungano in coda. «Quasi tutti gli ospedali sono al limite – le parole alla Bbc di Sumit Ray, medico che lavora presso il Jaipur Golden Hospital di Nuova Delhi – quando finirà l’ossigeno, non ci sarà più molto da fare per molti pazienti».
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