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Florida, pronta una legge contro i social media che bannano i politici

La Florida contro i social che bloccano i profili degli uomini politici: il bill passa l’esame delle due Camere. Ora manca solo l’approvazione di DeSantis, fedelissimo di Trump.

Trump e il governatore della Florida, Ron DeSantis (photo from clickorlando.com)

In Florida sta per passare una legge che prevede una multa contro i social network colpevoli di aver bannato uomini politici. Il provvedimento legislativo è già stato approvato dalla due Camere e ora attende il sì di Ron DeSantis, fedelissimo di Donald Trump, che appare quanto mai probabile.

Proprio l’ex presidente degli Stati Uniti a inizio anno è stato bloccato su diversi social network, sia per le accuse di brogli elettorali ai danni della coalizione che ha sostenuto il vittorioso Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca del 2020, sia per presunta istigazione all’odio e alla violenza nei giorni dell’assalto della destra radicale americana a Capitol Hill.

Florida, la legge che lega le mani ai Social

L’ex presidente Donald Trump, bannato da Twitter e non solo (fonte pixabay.com)

E non si tratta di un provvedimento da poco. Secondo il bill, un social conserva il diritto di bloccare account con contenuti indesiderati per un periodo di 14 giorni. Le piattaforme che oltrepasseranno questo limite, tuttavia, incorrerebbero in una multa da 250 mila dollari al giorno. Gli oppositori contestano l’atto perché, impedendo ad aziende private come Facebook o Twitter di rimuovere i contenuti sgraditi, sarebbe in contrasto con il primo emendamento sulla libertà di espressione.

I limiti di un bill contro il ban ai politici

Social media (Adobe Stock)

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È ovvio che si tratti di una legge di complicata attuazione. Innanzitutto, come sempre quando si parla di regolamentare internet negli Stati Uniti, c’è il problema dell’esecutorietà di una norma (eventualmente) adottata a livello statale: quale sarà il suo destino sul piano federale? Come ci si comporterà al di fuori della Florida? E poi, già prima della possibile approvazione, è in rotta di collisione con la spinta a responsabilizzare i social network in materia di moderazione contenuti (fake news, incitazione all’odio e via dicendo).

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La Florida, tradizionalmente stato “bilancia” tra Repubblicani e Democratici, conferma una volta di più la recente vocazione trumpiana. Lo stesso tycoon ha lanciato inequivocabili attestati di stima verso l’emergente governatore dello stato, assicurando che è tra i papabili ad affiancarlo nella corsa alle presidenziali del 2024 come candidato vicepresidente. E in precedenza DeSantis si era schierato dalla parte di Trump criticando aspramente il comportamento dei social network, definendoli come “Big brother più che Big Tech”, con esplicito riferimento al Grande Fratello di orwelliana memoria.

Raffaele Pigneri

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