Tanto affascinanti e piacevoli da pilotare, che fa rima con guardare, quanto pericolosi. A volte critici. Talmente rischiosi se finissero nella mani sbagliati, da indurre gli Emirati Arabi Uniti a proibirne l’uso. Uno dei primi stati a prendere questione drastica decisione, chissà se l’ultimo viene da chiedersi da più parti.
Tutto nasce da un attacco di droni rivendicato dai ribelli Houthi dello Yemen contro un importante impianto petrolifero ad Abu Dhabi. Sono morte tre persone a seguito di un incendio all’aeroporto internazionale di Abu Dhabi.
La polizia degli Emirati, riporta The Associated Press, nota agenzia di stampa internazionale, con sede negli Stati Uniti d’America, ha identificato fra i deceduti, due indiani e un pakistano, senza contare le sei persone ferite in un’area industriale dove la compagnia energetica statale di Abu Dhabi gestisce una rete di gasdotti e un impianto di stoccaggio di petroliere.
Anwar Gargash, diplomatico senior degli UAE ha puntato il dito nei confronti degli Houthi, un gruppo armato prevalentemente sciita zaydita dello Yemen, nato nell’ultimo decennio del ventesimo secolo ma diventato fortemente attivo, chiaramente in funzione anti-governativa.
“E’ stato un feroce attacco da parte del gruppo ribelle – tuona Anwar Gargash su Twitter – la manomissione della sicurezza della regione da parte delle milizie terroristiche è troppo debole per influenzare la stabilità e la sicurezza in cui viviamo“.
Parole forti. L’incidente arriva proprio nel momenti in cui gli Houthi stavano subendo pesanti perdite, un colpo di coda che indirettamente ha confermato un trend terrificante nell’ultimo periodo: non è la prima volta che in Medio Oriente i droni vengono utilizzati per attacchi, l’escalation ha costretto le autorità a correre ai ripari, con misure di controllo più stringenti.
Così gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di proibire il volo di droni di consumo, letteralmente di aerei leggeri, sui cieli della loro nazionale. Un divieto annunciato nello scorso week end dal ministero dell’Interno locale, che si applica anche agli aerei leggeri come gli alianti.
Il ministero non ha menzionato i recenti attacchi nella sua dichiarazione, ma ha fatto riferimento a “uso improprio individuato di recente“, incidenti di piloti di droni “sconfinati in aree in cui questo tipo di attività è proibito” e la necessità di “garantire la sicurezza di vite e proprietà”.
I ribelli Houthi hanno cominciato a usare droni trasformanti bombe da un po’ di ani, sia negli Emirati sia in Arabia, ma per la prima volta ci sono stati morti e feriti. Da qui l’inevitabile giro di vite. Ma anche uno spunto di riflessione che molti paesi stanno facendo: i droni, tanti affascinanti quanto pericolosi. Troppo.
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