La tecnologia sta facendo passi avanti senza precedenti, soprattutto da quando l’innovazione sta andando di pari passo. Ecco quindi, l’ultima novità.
Si tratta di una combinazione di intelligenza artificiale e robotica quella di cui vi parleremo oggi, che potrebbe portare a una procedura che permette di curare determinati danni al midollo spinale, tramite un grosso aiuto: un team di ricercatori della Rutgers University è riuscito a usare le due tecnologie per stabilizzare l’enzima ChABC (Condroitinasi ABC) che è in grado di rimuovere tessuto cicatriziale dal midollo e promuovere la rigenerazione dei tessuti, che non avviene generalmente se si ha del tessuto cicatriziale di mezzo. Nei tentativi fatti finora l’enzima resisteva appena qualche ora a temperatura corporea, mentre ora resiste fino a una settimana: sufficiente per avere un effetto molto più concreto e arrivare a ben oltre i 7 giorni di prova.
L’intelligenza artificiale è stata a dir poco fondamentale per identificare i possibili copolimeri sintetici in grado di durare più a lungo dentro al corpo umano, eliminando l’impedimento del tessuto cicatriziale; i robot hanno invece sintetizzato i copolimeri e condotto i test di compatibilità.
Purtroppo la sintetizzazione dell’enzima non significa che sarà possibile trattare da subito i pazienti con danni al midollo spinale, ne che questi ritroveranno da subito la mobilità persa. La strada per giungere a un farmaco o a una terapia effettiva è ancora lunga, ma la scoperta rappresenta un punto di partenza promettente. Una AI che ricerca proteine per reintegrare un movimento, è qualcosa di straordinario.
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