Identificazione biometrica sugli smartphone: a breve ci riconoscerà dall’ECG

La tecnologia e la biometria stanno non solo facendo passi da gigante, negli ultimi anni, ma sono sempre più spesso intercorrelate e lavorano di concerto nei vari campi di applicazione come smartphone, indossabili e simili.

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ECG – Adobe Stock

La biometria è la «disciplina che studia le grandezze biofisiche allo scopo di identificarne i meccanismi di funzionamento, di misurarne il valore e di indurre un comportamento desiderato in specifici sistemi tecnologici».

In sostanza, è quella scienza che permette a un dispositivo come uno smartwatch o un telefonino di riconoscere il suo possessore o utilizzatore mediante alcune funzioni vitali, come ad esempio l’impronta digitale o il riconoscimento facciale e, da adesso in poi, anche attraverso l’elettrocardiogramma.

Biometria, ecco come riconoscersi attraverso il cuore

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Biometria – Adobe Stock

Una scoperta fatta grazie allo studio condotto da un gruppo di ricercatori di origine spagnola e iraniana, provenienti rispettivamente dall’Universidad Carlos III de Madrid e dalla Shahid Rajae Teacher Training University.

Secondo questo studio, il battito cardiaco umano somiglierebbe molto alle impronte digitali, dal punto di vista biometrico e quindi può servire come fattore di riconoscimento di un individuo. Questa novità potrebbe costituire un progresso nell’ambito del rilevamento biometrico, che ad oggi è molto evoluto sotto l’aspetto del riconoscimento tramite le impronte digitali. Ma in alcuni ambiti potrebbero non essere utili, come nel caso di individui afflitti da handicap fisici o in contesti di polizia dove spesso alcuni criminali “cancellano” le loro impronte digitali.

Nel caso della biometria tramite elettrocardiogramma, unico modo per rilevare il battito cardiaco, questo registra gli impulsi elettrici prodotti dalle pulsazioni cardiache, che vengono processate da un software di autoapprendimento che usa un algoritmo capace di analizzare il battito.

Il battito cardiaco sarà studiato dall’algoritmo in base ad alcuni fattori come dinamica, ritmo, timbro, altezza e tono, proprietà solitamente utilizzate per caratterizzare un file audio, e che in questo caso permettono di raccogliere dei parametri unici per ogni persona che ne consentono l’identificazione con una precisione pari al 96,6%.

Come specificato dai ricercatori, «la principale novità del nostro lavoro è che osserviamo la registrazione dell’ECG, che è un segnale temporale, come se fosse un’onda sonora. Lo analizziamo utilizzando metodi comunemente usati per caratterizzare la musica. La frequenza cardiaca è un segnale biologico presente in tutte le persone senza eccezioni. Il vantaggio decisivo è l’operazione poco costosa e non invasiva. Oggigiorno ci sono smartwatch che registrano l’ECG, quindi è sufficiente installare un’app che utilizza il nostro algoritmo di identificazione».

Il progetto di riconoscimento biometrico tramite elettrocardiogramma è ancora agli albori e per ora non è prevista nessuna tipologia di commercializzazione su prodotti come telefonini o smartwatch, soprattutto perché il battito cardiaco è difficile da categorizzare in maniera univoca dal momento che varia a seconda delle circostanze e delle condizioni del soggetto. Soprattutto perché cambia a seconda che il soggetto sia seduto, in cammino, di corsa, affaticato o sotto stress.

Insomma, anche se il progetto è molto ambizioso, sicuramente non sarà semplice poterlo applicare alla vita di tutti i giorni in un lasso di tempo troppo breve.

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