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Smartphone & Tablet

Aumentare la RAM sullo smartphone? Ora si può: ecco come

Aumentare la RAM del proprio computer è una soluzione che, spesso e volentieri, ha risolto problemi di gestione dei task quotidiani. Ma la domanda quest’oggi è: può essere fatto lo stesso anche su smartphone? La risposta è… sì!

Android permette di aumentare la RAM degli smartphone – 140422 www.computermagazine.it

Premessa: è impossibile aumentare la RAM degli smartphone. Il trucchetto che spingerebbe in su l’asticella delle prestazioni dei telefoni con a bordo Android non impone l’apertura – fisica – della scocca e l’inserimento di un banco di nuova RAM. Di fatto, la differenza con l’aumento della RAM sui sistemi informatici più comuni – come i PC – sta proprio nel gesto fisico.

Su smartphone, nonostante non venga apportata alcuna modifica all’hardware, l’aumento di RAM è possibile grazie ad un trucchetto che trasforma parte della memoria intera in supporto aggiuntivo. Ma attenzione: come per tutte le “manomissioni”, che esse siano hardware o software – almeno, laddove non sono previste – esistono sia pro che contro. Analizziamoli insieme.

Il metodo SWAP per aumentare la RAM degli smartphone Android

Android permette di aumentare la RAM degli smartphone – 140422 www.computermagazine.itIl metodo SWAP, questo il nome della tecnica con la quale viene espansa la memoria RAM dei dispositivi Android. Ad esempio sugli smartphone del produttore OPPO è possibile farlo semplicemente andando nelle info telefono e cliccando sul numero dei gb di RAM – attivando proprio questa funzione. Su smartphone Samsung questa funzione è attiva di default: anche in questo caso basta recarsi in Impostazioni, quindi Assistenza Dispositivo e Batteria. A quel punto cliccare su Memoria e variare il quantitativo di RAM Plus.

In buona sostanza una partizione della memoria di archiviazione viene adibita a RAM aggiuntiva. Ovviamente, come detto in apertura, questo comporta dei contro: su tutti la lentezza dei GB di memoria interna trasformati in memoria RAM. Non si tratta di banchi pensati per essere sfruttati in questo modo e, proprio per questo motivo, le prestazioni potrebbero risentirne parecchio.

Tuttavia, a differenza di un tempo, quando vi era una forte correlazione tra numero di riscritture e deterioramento, oggi è meno rischioso effettuare un travaso di memoria tra memoria interna e RAM. Questo per via delle memorie UFS 2 ed UFS 3, di tutt’altro livello rispetto alle vecchie eMMC.

In conclusione, questa tecnica può aiutare in alcuni task, ma tendenzialmente la riteniamo particolarmente inefficace. Non viene rilevato un miglioramento evidente nelle prestazioni del dispositivo che, anzi, risulta peggiore rispetto al punto di partenza. Senza contare che, nel lungo periodo, la memoria di archiviazione potrebbe venire usurata proprio da questa tecnica di travaso.

Fabio Alberti

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