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La Nebulosa di Orione, un magnifico spettacolo della natura catturato dal James Webb come mai fatto prima

Arrivano nuove stupefacenti immagini da parte del James Webb, il telescopio della Nasa che è stato lanciato in orbita a Natale dell’anno scorso.

Nebulosa di Orione, 12/9/2022 – Computermagazine.it

Questo stupefacente oggetto spaziale sta continuando a perlustrare il mondo e lo spazio per raccogliere informazioni e scoprire nuovi pianeti, e nelle ultime ore ha restituito delle straordinarie immagini riguardanti la Nebulosa di Orione, conosciuta anche come M42, Messier 42 o NGC 1976. A rendere pubblici questi nuovi scatti è stato un astronomo amatoriale che attraverso la propria pagina Twitter ha appunto svelato al mondo intero i nuovi scatti che lasciano ancora una volta senza fiato. Secondo Hwupgrade.it è probabile che nel futuro l’agenzia spaziale degli Stati Uniti rilasci altre immagini, ma intanto possiamo già avere un assaggio di quanto fotografato dal JSWT. Nel dettaglio, per catturare la Nebulosa di Orione, è stato utilizzato lo strumento NIRCam con lunghezze d’onda corte e lunghe, e l’idea di focalizzarsi su questa zona dello spazio lo si deve al programma Early Release Science (ERS) promosso dall’astrofisico Olivier Berne e da altri addetti ai lavori. Le immagini mostrate via social sono state scattate con i filtri F210M (rosso), F182M (verde) e F140MW (blu) per gli infrarossi a onda corta e F444W (rosso), F335M (verde) e F332W2 (blu) per quelli a onda lunga.

Nebulosa di Orione, 12/9/2022 – Computermagazine.it

NEBULOSA DI ORIONE FOTOGRAFATA DAL JAMES WEBB: L’ENNESIMO SPETTACOLO

In futuro, aggiunge Hwupgrade.it: “Ci sarà un’altra analisi della Nebulosa di Orione sviluppata grazie al telescopio spaziale James Webb. Questa sarà portata avanti da un altro team di ricerca che analizzerà una zona ancora più ampia sfruttando dodici filtri differenti rilevando anche i dati di emissione”. La Nebulosa di Orione si trova nella Via Lattea e dista dalla Terra 1.500 anni luce, di conseguenza risulta essere la formazione stellare più vicina al nostro Pianeta, con una magnitudo di 4, il che la rende luminosa e visibile si dall’antichità in quella zona nota come cintura di Orione. In questa zona si trovano anche le quattro stelle del Trapezio scoperte da Galileo Galilei all’inizio del 1600. A questo punto non ci resta che attendere le prossime immagini a firma NASA, ESA e CSA, che dovrebbero arrivare a breve.

? FONTE: Hwupgrade.it

Roberto Mazzucchelli

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