Ve ne sarete già accorti: il Digitale terrestre ha iniziato la transizione verso le nuove frequenze che da qui al 2022 stravolgeranno le nostre abitudini.
L’Italia, insieme a tutti i paesi dell’Unione Europea, ha deciso di cedere la banda da 700 MHZ, quella utilizzata attualmente per le trasmissioni televisive, alla nuova rete 5G. Va da se che questo già depotenzia i timori sulla salute per la tecnologia di trasmissione cellulare, che nuova quindi non è, ma cosa cambia per le nostre televisioni?
Le frequenze utili saranno dimezzate, da qui alla conclusione del passaggio, prevista per il 2022. Meno banda quindi, ma per lo stesso numero di canali, se non maggiore. Come sarà possibile questo? Utilizzando un nuovo standard di trasmissione, il DVB-T2, che riesce a inviare più informazioni e qualità, attraverso una maggiore efficienza.
Dal punto di vista pratico questo significa che potremo godere di nuovi standard, come il 4K, ma anche di canali interattivi e realmente on-demand. Potremo quindi far iniziare i programmi quando desideriamo – come già accade, ad esempio, per Sky – o rivedere direttamente sulla nostra televisione, senza essere per forza collegati al web.
Dovremo però affrontare delle tappe intermedie, da qui al 2022, e verificare se i nostri televisori sono compatibili. Su questo articolo abbiamo pubblicato la lista di tutti gli strumenti, anche decoder, che non dovranno essere cambiati. ma comunque sarà necessario effettuare alcune operazioni.
Già ora, a gennaio, dovremo risintonizzare i canali 50-52 e 51-53. Stessa soluzione sarà adottata dal 1° settembre 2021, quando saranno ripartire le frequenze di tutte le emittenti: questo renderà obbligatorio effettuare una nuova ricerca dei canali più volte.
I passaggi non avverranno contemporaneamente su tutta Italia, ma sono divisi in 4 zone distinte:
entro la fine del 2021 saranno coinvolte: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trento, Bolzano, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna.
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Dal 1° gennaio 2022 fino al 31 marzo toccherà a Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Sardegna.
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Infine dal 1° aprile 2022 fino a 20 giugno 2022 l’operazione di concluderà con Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Marche.
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