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A Wind sequestrati 21 milioni di euro per truffa su servizi a pagamento

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Il gip Stefania Nobile su richiesta della Procura di Milano, ha eseguito il sequestro preventivo nei confronti della compagnia telefonica Wind, di 21.2 milioni di euro per l’ipotesi di frode informatica. Secondo quanto raccolto dagli inquirenti, come riporta il Corriere della Sera, la cifra sarebbe pari alla «percentuale incamerata da Wind per i servizi attivati pacificamente con modalità fraudolente», ottenuta fino al novembre del 2018 da parte di Brightmobi e Yoom (società produttrici di contenuti), come tramite della piattaforma tecnologica Pure Bros. I 21.2 milioni di euro diventano 38 se si tiene conto anche degli altri sequestri precedenti, già a carico dei fornitori coinvolti (il Corriere della Sera ricorda che in estate sono stati 12 milioni di euro quelli tolti a Brightmobi e Yoom, a cui capo vi sarebbero due giovani informatici italiani a Dubai). Cosa succedeva nel dettaglio? Semplicemente sulla scheda Sim del cliente venivano attivati, “senza alcuna richiesta”, giochini, suonerie, oroscopi, meteo e servizi vari, attraverso “fraudolenti banner pubblicitari”.

Guardia di finanza (Corriere.it)

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WIND, TRUFFA SU SERVIZI A PAGAMENTO: LA CONTESTAZIONE DEL GIP

Sempre in base a quanto riportato dal Corriere della Sera, ai tre ex manager di Wind, leggasi Alessandro Lavezzari, Luigi Saccà e Fabio De Grenet, (quest’ultimo con minor ruolo), viene contestato il concorso nella stessa frode informatica già addebitata ai 7 imprenditori di Brightmobi, Yoom e Pure Bros, con la posizione del trio di cui sopra che si è quindi aggravata dall’estate scorsa ad oggi. La gip Stefania Nobile, indica la necessità di «meglio delineare nell’organigramma di Wind chi, a conoscenza del meccanismo fraudolento, avesse il potere-dovere di attivarsi per segnalarlo alle autorità competenti e/o risolvere i contratti». Stando a quanto emerso, Wind sottolineava di aver rimborsato ai clienti “vittime” di truffe, 20 milioni di euro, rivalendosi poi sui fornitori, «Ma questi rimborsi – spiega la gip – non assumono rilevanza» perché «si riferiscono a pagamenti di febbraio-agosto 2019, dunque successivi all’ultimo pagamento effettuato verso Brightmobi e Yoom da Pure Bros, che si era nel frattempo vista riconoscere da Wind il 50% del profitto su ogni utenza attivata». La cosa certa è che dopo la prima parte dell’inchiesta della Procura di Milano, le attivazioni di questi servizi sono calate da 30/40mila al giorno a soli 100.

Roberto Mazzucchelli

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