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La Dia confessa: spiati gli spostamenti dei cittadini

La Dia, il servizio segreto militare degli Stati Uniti, ha comprato dati sulla localizzazione su cittadini “americani o stranieri” da società di data brokerage.

I servizi segreti militari Usa tengono d’occhio gli spostamenti dei cittadini (pixabay.com)

La Dia, ossia i servizio segreto militare degli Stati Uniti d’America, ha acquisito i dati relativi alla geo localizzazione via smartphone dei cittadini. Lo ammette la stessa Defence Intelligence Agency, che aggiunge di non aver fatto distinguo tra “cittadini americani o non americani”. I dati sono stati comprati presso società di data brokerage, cioè quelle società che accumulano i dati dei consumatori per rivenderli alle aziende.

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Ad incalzare la Dia è stato il senatore democratico Ron Wyden, secondo cui il comportamento dell’Intelligence sta violando il Quarto emendamento della Costituzione Usa. Il testo fondamentale impone che il Governo e tutte le agenzie governative possano ottenere i dati sensibili dei cittadini da terze parti, proprio come compagnie telefoniche o società di data brokering, solo su presentazione di un mandato.

Dia colpevole di monitorare gli spostamenti dei cittadini senza un mandato. Ecco perché

Invece la Dia avrebbe di fatto aggirato quest’obbligo, visto che ha semplicemente acquistato i dati da un rivenditore che ne era in possesso. Nella nota di risposta al senatore Wyden, tuttavia, l’Agenzia di intelligence sostiene di aver comprato questi dati per cinque volte negli ultimi due anni e mezzo. Inoltre, non si ritiene responsabile di violazione del quarto emendamento, perché autorizzata dalle regole interne del Dipartimento della difesa. Più precisamente dal testo dei “Data handling requirements” approvati dal Procuratore Generale dello stesso Dipartimento. Di seguito la nota della Dia, pubblicata su Twitter da Rodrigo, reporter che ha seguito la vicenda per The Hill.

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Il problema è che i data broker di solito vendono i dati dei consumatori alle aziende che hanno fini pubblicitari e di marketing. Nel caso in questione, si pensi al social marketing, al mobile marketing o al location marketing. I servizi segreti militari americani, naturalmente, non utilizzano i dati di geo localizzazione per fare marketing, bensì per monitorare cittadini coinvolti nelle proprie indagini. Per cui, se l’acquisto in sé per sé non viola la legge, l’utilizzo cambia le carte in tavola. Proprio sull’esigenza di avere un mandato per invadere la privacy dei cittadini si basano le proteste di Wyden. Tanto più che gli indagati potrebbero essere anche cittadini non americani. Il senatore democratico ha già avviato i lavori per presentare alle due camere un progetto di legge intitolato “Il Quarto Emendamento non è in vendita”. Vedremo chi la spunterà.

Raffaele Pigneri

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