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Google e il dietrofront sulla compressione delle foto

Google fa dietro front e invita i suoi utenti a non utilizzare più la compressione “Alta qualità” di Google Foto. Ed in molti iniziano a farsi qualche domanda…

Google Foto (Adobe Stock)

Sì perché l’annuncio, anzi l’avvertimento, agli utenti, è arrivato poco dopo lo stop allo spazio illimitato gratuito di Google Foto. E quindi, poiché una foto non compressa occupa più spazio di una compressa, le domande si cominciano a rincorrere.

Google Foto, stop alla compressione Alta Qualità

Google Foto (Adobe Stock)

Secondo quanto riportato sia da Forbes che da MSPowerUser, Google avrebbe inviato dei messaggi di posta elettronica ai suoi utenti del servizio foto con un messaggio decisamente poco chiaro.

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Un messaggio in cui il colosso di Mountain View spiega cosa potrebbe accadere nel caso di utilizzo della compressione “Alta Qualità” (che nel passato era stata, più volte, caldamente consigliata agli utenti).

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Soprattutto, in questo messaggio Google invita i suoi utenti a non avvalersi più della compressione in Alta Qualità e di utilizzare la qualità originale. Esattamente il contrario di quanto ha fatto anni fa, quando sostanzialmente affermava il contrario dicendo che la qualità era “essenzialmente identica a un’immagine originale”.

Ma per capirne di più, bisogna capire prima di tutto che cos’è la compressione. La compressione avviene quando si salva un’immagine in un hard disk utilizzando il minor numero di dati possibile. Ecco perché le immagini vengono salvate solitamente come file JPG. Questo però comporta una serie di rischi a livello della qualità.

Quando aumenti il livello di compressione, la qualità diminuisce. Una alta compressione significa che i pixel di colori molto simili vengono salvati tutti come uno stesso colore. Questo rende l’immagine meno dettagliata. Quando si comprime e si salva un’immagine non è più possibile aumentarne la qualità.

Ora la nuova strategia di Google fa un po’ pensare i suoi utenti, dal momento che Google Foto ha iniziato a far pagare l’archivio ai suoi utenti, e contemporaneamente sta chiedendo di non utilizzare la compressione alta qualità per lo “storage” delle foto salvate su Hard Disk.

Antonino Gallo

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