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Scienze

Samsung combatte la cecità con i vecchi smartphone, grazie ad EYELIKE

L’iniziativa ha avuto origine qualche anno fa ed ora, grazie ai vecchi smartphone di Samsung è possibile analizzare le cause della cecità.

Uso di EYELIKE e Samsung

Tutto ebbe inizio qualche anno fa con l’apertura della piattaforma Galaxy Upcycling, con l’obiettivo di recuperare vecchi device del marchio per riutilizzarli in altri ambiti. Tra questi, uno particolarmente interessante riguarda le malattie degli occhi, a causa delle innumerevoli patologie diffuse. I problemi legati alla cecità sono molto complessi e richiedono studi approfonditi.

Col passare degli anni, alcune di queste malattie non sono state ancora diagnosticate. Mentre cresce il numero di persone non vedenti o con una forte riduzione di gradi della vista.

L’interesse della società in questo ambito è cresciuta notevolmente, tanto da sviluppare una piattaforma dedicata allo scopo che prende il nome di EYELIKE.

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Vecchi smartphone Samsung per scoprire le cause della cecità

Analisi con smartphone Samsung

La cecità è una menomazione per cui non esiste alcuna cura ed i metodi di prevenzione sono piuttosto blandi. Oltretutto, sono incalcolabili i casi di non vedenti dalla nascita, le cui cause restano tutt’ora sconosciute.

L’occhio è una parte del corpo estremamente delicata, collegata a tante altre, dalle quali dipende la sua funzionalità. Tante volte, i disturbi della vista, oltre a dipendere dai bulbi oculari, possono anche essere causati da problemi ben più profondi e complessi, alcuni ancora ignoti.

La tecnologia Samsung potrebbe apportare un gran beneficio a questi studi. Grazie ad EYELIKE, che è esattamente uno strumento sul quale applicare lo smartphone, è possibile analizzare gli occhi e studiarne le caratteristiche. Il telefono apposto su EYELIKE diventa una telecamera che permette di vedere la parte interna dell’occhio ed avere immagini ben definite.

EYELIKE

In questo modo, gli esperti potranno effettuare diagnosi grazie all’integrazione di dettagli importanti degli occhi. Con questo dispositivo, si potranno esaminare le condizioni che potrebbero condurre alla cecità, ad esempio come il glaucoma, la degenerazione maculare legata all’età e la retinopatia diabetica.

Si tratta di una tecnologia rivoluzionaria che potrebbe portare grandi cambiamenti nella medicina e nella scienze.

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Al momento, il prodotto è stato testato in Vietnam, India, Marocco e Papua Nuova Guinea, in collaborazione con Agency for the Prevention of Blindness ( l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità) e l’ospedale sudcoreano Yonsei University Health System.

Rita Riccio

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