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Curiosità

Groenlandia, allarme calotta glaciale

La calotta glaciale della Groenlandia è una componente potenzialmente instabile del sistema terrestre e può mostrare una transizione critica sotto il riscaldamento globale in corso. Lo rivela un report di un gruppo di scienzati pubblicato su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences).

Calotta glaciale (Adobe Stock)

Le riduzioni di massa della calotta glaciale della Groenlandia hanno impatti sostanziali sul livello globale del mare e sulla velocità della circolazione meridionale atlantica, a causa dell’ulteriore acqua dolce causata dall’aumento del deflusso dell’acqua di fusione nell’Atlantico settentrionale.

La Groenlandia e l’instabilità della calotta glaciale

Groenlandia (Adobe Stock)

La stabilità della calotta glaciale della Groenlandia dipende in modo cruciale dai feedback positivi di elevazione del fuso (MEF), per cui i tassi di fusione aumentano al diminuire dell’altezza complessiva della calotta glaciale, all’aumentare delle temperature.

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Ecco, secondo gli scienziati i tassi di scioglimento in Groenlandia sono aumentati in modo non lineare negli ultimi decenni e i modelli prevedono una soglia di temperatura critica oltre la quale l’attuale stato della calotta glaciale non è mantenibile.

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L’analisi del gruppo di ricercatori lancia l’allarme: parte della calotta sta perdendo stabilità, in conformità con l’ipotesi che sia prossima al ribaltamento in uno stato di fusione accelerato, indipendentemente dal fatto che il riscaldamento dell’Artico venga interrotto o meno.

Significativi segnali di allerta precoce indicano che la calotta glaciale della Groenlandia centro-occidentale è vicina a una transizione critica. Mettendo in relazione l’EWS statistico ai processi fisici sottostanti, i risultati degli scienziati suggeriscono che il MEF gioca un ruolo dominante nella destabilizzazione in corso.

“Potremmo assistere all’inizio di una destabilizzazione su larga scala, anche se al momento non possiamo ancora confermalo, purtroppo”. Così Niklas Boers: “Finora – sottolinea il dottor dell’Istituto per la Ricerca sull’Impatto Climatico di Postdam – i segnali che registriamo sono solo regionali, ma ciò potrebbe essere dovuto anche alla scarsità di dati sulle altre parti della calotta glaciale”. I risultati de gruppo di scienziati suggeriscono una sostanziale ulteriore perdita di massa GrIS nel prossimo futuro, richiedono valutazioni urgenti e limitate dall’osservazione della stabilità di altre parti della calotta glaciale della Groenlandia.

Lo studio del team di ricercatori internazionale è giunto a queste conclusioni dopo un’attenta analisi sullo sviluppo dei tassi di scioglimento e sui cambiamenti di spessore della calotta glaciale negli ultimi 140 anni, raccogliendo i dati nel bacino di Jakobshavn.

Antonino Gallo

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