Amazon accusata di monopolio dal procuratore generale di Washington. Parte un’azione legale per violazione dell’antitrust e manipolazione dei prezzi.
Il Procuratore Generale di Washington DC, Karl Racine, ha denunciato Amazon per violazioni delle leggi antitrust del District of Columbia. Secondo l’influente magistrato, l’e-commerce di Jeff Bezos adotta una politica dei prezzi illegale sfruttando una posizione da monopolista de facto: per avere una vetrina sulla piattaforma commerciale più utilizzata al mondo, i venditori pagano una commissione del 40% sulle vendite e firmano contratti che gli impediscono di praticare prezzi inferiori su altri siti.
Le accuse di Racine implicano che a rimetterci non sono solo i market place concorrenti, ma anche i consumatori, costretti a pagare prezzi gonfiati artificialmente. La pratica di Amazon danneggia la concorrenza e “impoverisce l’innovazione”. Il giudice, insomma, non le ha mandate a dire e ha chiesto alla Corte di punire i comportamenti illeciti del leader indiscusso delle vendite online, chiedendo anche un risarcimento danni.
“La nostra azione legale – ha detto il magistrato – è volta a porre fine al controllo illegale dei prezzi esercitato da Amazon nel commercio online. Abbiamo bisogno di un mercato equo che promuova competizione, innovazione e scelta”. Più precisamente, nel mirino del Procuratore c’è la “fair pricing policy”, traducibile in “politica del prezzo giusto”, una clausola che i titolari di e-shop devono sottoscrivere per vendere su Amazon. Secondo l’articolo, il marketplace ha facoltà di sanzionare i commercianti che offrono i propri prodotti a prezzi ridotti su negozi online alternativi.
Come era logico aspettarsi, un portavoce del colosso di Seattle ha espresso opinioni diametralmente opposte: “Sono i venditori a fare il prezzo, al contrario di quanto sostiene il Procuratore Generale. Amazon si vanta proprio di offrire i prezzi più bassi su una enorme selezione di prodotti, e come qualsiasi altro negozio ci riserviamo il diritto di concedere meno visibilità a prodotti che non hanno un prezzo molto competitivo”.
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Chiaramente, l’eco dell’azione legale del District of Columbia non potrà che riverberare nel resto degli Stati Uniti. Tanto più che il Procuratore Generale Racine è assai apprezzato dal presidente Joe Biden. L’inquilino della Casa Bianca lo sta addirittura considerando come futuro numero uno della Fair Trade Commission, cioè l’autorità antitrust a stelle e strisce. Peraltro, il presidente ha appena nominato commissaria dell’agenzia indipendente Lina Khan, una giovane esperta di antitrust che non ha mai risparmiato critiche nei confronti di Amazon. Se il buongiorno si vede dal mattino, la nutrita schiera di avvocati di Jeff Bezos sarà già al lavoro.
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