Con i sensori Sony i semafori di Roma diventano intelligenti

Grazie ai futuristici puntali Genius saranno in grado di fornire indicazioni e garantire maggior sicurezza stradale.

Attraversamento pedonale
L’attraversamento pedonale sarà più sicuro (by Adobestock)

L’intelligenza artificiale applicata ai semafori: non è un film di fantascienza, ma la realtà che si appresta a vivere Roma, una città troppo spesso criticata per i suoi cronici problemi in materia di traffico, trasporti e sicurezza stradale. A quanto pare ora le cose cambieranno grazie a Sony, che in collaborazione con Envision, TTM Group e Citelum sta per trasformare la nostra capitale da metropoli caotica ad avveniristica smart city.

Sony Europe difatti ha annunciato l’imminente avvio, nel mese di giugno, di tre sperimentazioni green volte a migliorare la situazione ambientale generale tramite la riduzione dell’inquinamento, o se possibile almeno di quella parte di inquinamento legato a fattori urbani, come la prolungata (e difficoltosa) ricerca dei parcheggi, il sovraffollamento sui veicoli del trasporto pubblico o anche gli incidenti dovuti agli attraversamenti pedonali impropri. In poche parole, tramite un’app installata sullo smartphone il semaforo ci invierà in tempo reale una serie di informazioni utili, come ad esempio il primo parcheggio libero nelle vicinanze dell’automobilista o la via da imboccare per evitare ingorghi.

Come funzioneranno i semafori Sony

Metadati
I metadati elaborati garantiranno il rispetto della privacy (by Adobestock)

Il giochino pare semplice ma è molto sofisticato. Su tre semafori posizionati in via XX Settembre verranno installati i puntali cosiddetti Genius, dotati al loro interno di due sensori d’immagine Sony IMX 500 che fungono da telecamere, anche se le differenze però che le contraddistinguono dalle telecamere propriamente dette sono sostanziali e studiate appositamente per la salvaguardia della privacy dei cittadini.

Questi sensori difatti non trasmettono immagini in senso tradizionale, ma essendo dotate di un processore logico che sfrutta reti neurali le rielaborano al loro interno per poi rilasciare dei metadati, ad esempio il luogo dove si trova un parcheggio o il numero delle persone in attesa alla fermata dell’autobus, ma non i loro volti. Il vantaggio di utilizzare metadati è che occupano molto meno spazio di foto e video, così saranno più facilmente trasmettibili sugli smartphone attraverso la connessione Internet.

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Tramite questo metodo di comunicazione smart l’app dovrebbe indirizzare in un batter d’occhio l’automobilista verso il posto libero, o bloccarne l’incedere con segnali acustici o visivi quando si trova in prossimità di un passaggio pedonale, a garanzia dell’incolumità di chi sta attraversando le strisce (in tal caso forse più in là verranno aggiunte alcune integrazioni come luci sull’asfalto o altre insegne luminose di questo tipo).

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Per quanto riguarda i trasporti pubblici, invece, verranno inviati alle centrali operative dati su affollamento dei mezzi e flusso di passeggeri, in modo tale che possano intervenire sulle corse inviando tempestivamente, se necessario, altri veicoli. In quest’ultimo caso i chip si trovano installati alle fermate: speriamo davvero funzioni, così da poter finalmente equiparare Roma ai parametri di sostenibilità di altre capitali europee.

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