Honor vuole arrivare ai livelli di Apple e per farlo lascerà i servizi di Huawei fuori dalla Cina, ecco la strategia

Honor come Apple? George Zhao ci prova, vuole far arrivare la sua compagnia ai livelli di Cupertino, e “cancella” con un colpo di spugna Huawei dalle società con cui potrà mai collaborare.

Honor Magic 3, la fotocamera (Adobe Stock)
Honor Magic 3, la fotocamera (Adobe Stock)

L’AD di Honor ha annunciato al mondo, quindi, che non utilizzerà mai, né ora né in futuro, i servizi mobile di Huawei (Huawei Mobile Services, HMS) per i cellulari della sua azienda. Anzi, è deciso a partire proprio da quello che a Huawei manca (e che ha messo in ginocchio la compagnia di Shenzen): i Google Mobile Services.

Honor, servizi Google e Android i punti di forza

Honor (Adobe Stock)
Honor (Adobe Stock)

Zhao ha infatti tutta l’intenzione di far arrivare la Honor ai livelli di Apple: è quanto ha dichiarato una recente intervista a seguito della presentazione del nuovo Honor Magic 3. “Non avremo dispositivi con HMS sul mercato globale – ha tenuto a precisare – In Cina possiamo scegliere altri servizi in base alla strategia futura, ma sul mercato globale sceglieremo i GMS».

I nuovi cellulari di Honor, gli smartphone della Serie Magic 3, possiedono già i servizi Google e il sistema operativo Android 11. I tre modelli già sul mercato, che costano intorno ai 900 euro in Europa, oltre a sfruttare il SO Android sono anche dotati di un SoC Snaprdragon di Qualcomm. Tutte cose che a Huawei sono proibite in quanto presente nella lista nera delle aziende con non possono commerciare con gli States.

I nuovi cellulari della linea Honor, con le nuove caratteristiche, sono considerati a tutto diritto “smartphone di fascia alta“, costituiti dalla serie Magic. La fascia bassa è costituita dalle serie Honor X e la fascia media si chiama semplicemente Honor.

La strategia della compagnia cinese è comunemente conosciuta come “1+8+N”. Il numero 1 è lo smartphone, a cui sono legati altri dispositivi (accessori e simili) indicati con il numero 8, mentre la N sta per Internet delle cose, grazie al quale tutto può collegarsi ai dispositivi di tutto il mondo.

«Il nostro obiettivo ora è rivaleggiare con Apple e Samsung – ha dichiarato ZhaoQuando saremo a quel punto e avremo consolidato la nostra posizione, potremo spingerci in altri settori di prodotto».

Nonostante queste bellissime novità, Honor è finita anch’essa nel mirino degli Stati Uniti. A suo tempo, Huawei è stata bannata dal commercio con gli Stati Uniti perché sembrava avere legami con il Partito Comunista Cinese che governa la Cina.

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Per adesso, l’AD Zhao ha dichiarato che Honor si concentrerà solamente sugli smartphone, e che quindi tutti gli accessori non saranno originali ma prodotti generici di mercato e compatibili con i device prodotti dall’azienda. Solo in seguito la compagnia si concentrerà su altre tipologie di prodotto.

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Ora anche Honor è stata additata come papabile “nemica” in quanto sembrerebbe essere stata venduta a un consorzio la cui proprietà è in maggioranza del governo di Shenzen, con la motivazione che «la vendita non è stata basata sui risultati di mercato, ma orchestrata dal Partito». Accuse ovviamente immediatamente rimandate al mittente da Zhao.
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