Entrava nei conti degli italiani e rivendeva in Russia oggetti high-tech: ora arrestata

Dietro quel volto di una mamma di famiglia, con regolare lavoro, si nascondeva un hacker, di quelli pericolosissimi: entrava nei conti degli italiani per rivendere nella sua patria natia, la Russia, oggetti hig tech. Una doppia vita smascherata.

Dietro quella mamma quarantenne si celava una hacker russa (Adobe Stock)
Dietro quella mamma quarantenne si celava una hacker russa (Adobe Stock)

La Polizia Postale, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, ha arrestato una 40enne russa, da anni residente nel capoluogo di provincia ligure, appartenente a un’organizzazione transnazionale dedita alle frodi informatiche, alla ricettazione ed al riciclaggio.

I traffici illeciti della 40enne russa non sono sfuggiti agli esperti della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Genova che, al termine di un’attenta e complessa indagine, denominata Cyber Moscow Mules, è andata a buon fine.

La doppia vita della mamma russa. “Era esperta nel creare nuove identità”

Una nuova operazione portata a termine dalla Polizia di Genova, dunque, a pochi giorni dalla conclusione, positiva, della Fontana-Almabahía (Adobe Stock)
Una nuova operazione portata a termine dalla Polizia di Genova, dunque, a pochi giorni dalla conclusione, positiva, della Fontana-Almabahía (Adobe Stock)

Nella vita di tutti i giorni, era una tranquilla madre di famiglia, in realtà, dietro un’apparente normalità si nascondeva un’avvenente esperta hacker: era infatti un ingegnere informatico con la passione per il crimine e le cryptovalute.

Quando non faceva la mamma, l’ingegnere informatico russo aveva un modus operandi ben preciso, come hanno sapientemente scoperto la Polizia Postale di Genova: esperta nel creare nuove identità, ritirava presso punti di recapito della provincia, ovviamente diversi, gli oggetti che acquistava sui portali di e-commerce, utilizzando fondi, carte di credito e conti bancari di malcapitati cittadini. Per eludere eventuali controlli la donna si presentava munita di documenti falsi presso i punti di ritiro, oppure in altri utilizzava, dietro compenso, terze persone, le quali ritiravano i pacchi in sua vece.

“La donna apparteneva ad un’organizzazione transnazionale dedita alle frodi informatiche e alla ricettazione ed al riciclaggio – spiegano gli investigatori della sezione financial cybercrime della Polizia Postale – sono stati sequestrati numerosi POS e centinaia di carte di credito appositamente attivate per riciclare i proventi derivanti da truffe e frodi informatiche”. Chiaramente è scattata subito un ordinanza di custodia cautelare per l’indagata ed è tutt’ora al vaglio degli inquirenti l’analisi del corposo materiale informatico sequestrato.

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Una nuova operazione portata a termine dalla Polizia di Genova, dunque, a pochi giorni dalla conclusione, positiva, della Fontana-Almabahía, che è riuscita a mantellare gruppo criminale italo spagnolo a Santa Cruz di Tenerife, colpendo in particolare gli appartenenti ad un sodalizio criminale composto prevalentemente da cittadini italiani di stanza alle isole Canarie, dedito alle frodi on-line e al riciclaggio di denaro.

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Gli accertamenti svolti dagli investigatori italiani e spagnoli, hanno consentito di ricostruire l’intera struttura piramidale dell’organizzazione criminale composta da oltre 150 membri e di svelare il complesso sistema di frode e di cyber-riciclaggio.

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