Directa Plus punta sulle batterie al grafene, saranno la vera svolta?

“Welcome to the Graphene Age”. Benvenuto nell’era del Grafene. L’ha chiamata così Directa Plus, un’azienda comasca diventata nel corso degli anni uno dei maggiori produttori e fornitori a livello mondiale di prodotti a base di nanopiastrine di grafene da utilizzare nei mercati di consumo e industriali.

Struttura molecolare 3D di grafene (Adobe Stock)
Struttura molecolare 3D di grafene (Adobe Stock)

Leggere per credere. L’azienda di Lomazzo è reduce da un semestre semplicemente storico, a testimonianza che la scommessa sul materiale costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio, capace di avere la resistenza paragonabile a quella di un diamante e la flessibilità della plastica, sta dando frutti incredibilmente maturi.

Una crescita del fatturato del 60%, Directa Plus non l’aveva mai avuta. Dal tessile al settore della bonifica ambientale, aumentano le applicazioni del materiale di nuova generazione. La sua strategia ingloba anche le batterie, costruite utilizzando naturalmente il grafene, misto a zolfo, per sostituire alcune terre rare nelle batterie agli ioni di litio. “L’obiettivo è fare una batteria che costa il 50% in meno rispetto agli ioni di litio e con una energia specifica da 3 a 5 volte”.

Se la batteria al litio prende fuoco non la spegni più. Invece quella di Directa Plus…

Batteria per smartphone (Adobe Stock)
Batteria per smartphone (Adobe Stock)

Così Giulio Cesareo spiega il perché di questa scelta: “Significa che un’auto farebbe quasi mille chilometri – dice il fondatore di Directa Plus, in uno stralcio di una recente intervista rilasciata al Corsera – senza dimenticare la sicurezza: se la batteria al litio prende fuoco non la spegni più; questa invece non prende fuoco. Una batteria più sicura sì, ma anche più performante dal momento che l’ibrido di grafene e zolfo renderebbe, grazie all’efficienza, una maggiore autonomia della batteria“.

La nostra azienda ha un processo tecnologico unico e brevettato e un modello di produzione scalabile e portatile – assicurano da Lomazzo – produciamo prodotti a base di nanopiastrine di grafene presso il nostro stabilimento vicino a Milano, in Italia, e possiamo impostare una produzione aggiuntiva presso le sedi dei clienti per ridurre i costi di trasporto, gli sprechi e il tempo di utilizzo. Siamo fortemente impegnati nella sostenibilità ambientale e rispettiamo un solido Codice Etico in tutti gli aspetti della nostra pratica aziendale”.

Batterie, ma non solo. C’è la Co-mask, una mascherina facciale innovativa, multiuso e altamente performante, a base di grafene sviluppata, antivirale e molto utile in tempo di pandemia da Coronavirus. C’è una collezione di indumenti rilevante: dalle giacche alle pole, passando per le maglie tecniche nella Cosmic Collection, una vetrina versatile di Graphene Plus, il trionfo del Made in Italy. “In questo modo i nostri clienti si connettono con gli altri – continuano da Lomazzo – creando una rete forte. Il grafene è un foglio di atomi di carbonio disposti in un reticolo a forma di nido d’ape, Graphene Plus vuole essere un ponte tra clienti che condividono gli stessi valori di vita e la stessa passione per la tecnologia e lo stile. Chiamiamo questa rete la Comunità Graphene Plus”.

Ricavi di 3,95 milioni di euro (+41%), fatturato cresciuto del 60% a 4,56 milioni e la perdita netta si è ridotta a 1,2 milioni (-51%) a fronte di una liquidità di 5,19 milioni di euro: serve altro per testimoniare la bontà di Directa Plus. Ecco, appunto, il significato di quel “benvenuti in una nuova era”.

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