Biosphera Genesis, nasce dal genio italiano la mini casa che produce fino 12 volte l’energia che consuma

Un’unità abitativa autosufficiente ed in grando di stanziare in più luoghi, progettata seguendo i principi della biofilia, definita negli anni ’80 dal biologo statunitense Edward Wilson “amore per la vita e per i sistemi viventi”. Ecco il progetto italiano di residenze che sostengono l’ambiente producendo più energia di quanta ne consumino.

Biosphera ComputerMagazine.it 24 Febbraio 2022
Biosphera Genesis: i moduli abitativi che imitano la natura per aumentare il benessere dell’intero ecosistema (immagine tratta dal sito web ufficiale del progetto Biosphera) – ComputerMagazine.it

Tredici anni di studi e quattro generazioni di moduli abitativi autosufficienti: Aktivhaus, del gruppo Nexlogic, da un’idea del suo amministratore delegato Mirko Taglietti presenta Biosphera Genesis, un’unità abitativa di 40 metri quadrati risultato di anni di ricerche in ambito di architettura, design, tecnologia, medicina e chimica dei materiali.

L’obiettivo è di progettare artifici architettonici con la natura, non usando la natura, e di rispondere al cambiamento climatico proponendo una spinta alla circolarità armonica tra tutti gli elementi che compongono l’ecosistema nella sua totalità.

Cos’è Biosphera: com’è nata l’idea e quali sono le caratteristiche principali

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Gli interni di uno dei moduli abitativi itineranti ed autosufficienti (immagine tratta dal sito web ufficiale del progetto Biosphera) – ComputerMagazine.it

Biosphera è una casa passiva in grado di produrre quantità di energia da un minimo di 4 ad un massimo di 12 volte superiore a quella consumata. Per realizzarla, il team di Aktivhaus ha studiato nel dettaglio le condizioni necessarie affinché natura ed individuo raggiungano un perfetto equilibrio di convivenza e compenetrazione.

Partendo da un principio biofisico secondo cui, in assenza di avversità climatiche eccessive ed estreme, il corpo umano si trovi in stato di perfetto equilibrio all’esterno, il team ha effettuato analisi degli apparati abitativi tradizionali e misurato il loro livello di insalubrità.

Per mantenere il benessere psicofisico, infatti, l’essere umano, così come qualsiasi essere ed organismo vivente, ha bisogno di innescare un processo biologico chiamato “omeostasi”, ovvero un processo di autoregolamentazione delle proprie capacità vitali in relazione al variare delle condizioni esterne dell’ambiente in cui è immerso.

Il che non significa escludere l’ambiente esterno con tutti i mezzi e tutte le strategie architettoniche possibili ma, al contrario, accogliere i “comportamenti” della natura ed introdurli all’interno dello spazio abitativo consentendo a chi li vive di innescare costantemente il processo di autoregolamentazione omeostatica.

Trasformare le “scatole malsane” in “scatole rigenerative”

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Da “scatole malsane” a “scatole rigeneranti” (immagine tratta dal sito web ufficiale del progetto Biosphera) – ComputerMagazine.it

Fino ad ora, come ha continuato Taglietti, abbiamo vissuto “per l’80% della nostra esistenza chiusi in scatole malsane”, incapaci o scarsamente in grado di consentire ai sistemi di supporto vitale degli individui – come il sistema endocrino, il sistema immunitario ed il sistema di termoregolazione corporea – di funzionare appieno ed al meglio, in relazione armonica con l’ambiente circostante.

Ed ecco dunque la necessità di creare scatole rigenerative in grado di soddisfare al contempo le necessità di benessere dell’ambiente e dell’abitante, in un rapporto di vero e proprio mutuo sostegno e soccorso.

Come? Attraverso pareti polimorfe in grado di abbassare il livello di cortisolo, l’ormone dello stress, strutturate sul modello della molecola del carbonio per stimolare immaginazione e creatività proprio come fanno i boschi, attivando la nostra corteccia prefrontale. 

O ancora, attraverso sistemi illuminotecnici full spectrum in grado di riprodurre la luce solare naturale ed il ciclo circadiano per la regolazione della temperatura in base al movimento del sole e “fotografando” ciò che è all’esterno per riprodurlo all’interno.

Tutto ciò, consumando il 95% in meno di energia rispetto alle abitazioni tradizionali, producendone fino a 12 volte in più rispetto a quanto ne si consuma e rispettando appieno i protocolli indicati dal Ministerto della Transizione Ecologica attraverso il CAM (“Criteri Ambientali Minimi”).

L’ambizione dei suoi ideatori è che Biosphera diventi un modello applicabile ad edifici residenziali di ogni genere. Senz’altro le premesse appaiono altamente promettenti.

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