Dispositivi che si auto-alimentano: una semplice alga contro la crisi energetica

E se a salvare il pianeta dalla crisi energetica fosse… una semplice alga? No, non abbiamo alzato un po’ troppo il gomito, ma semplicemente ci rifacciamo ad uno studio molto interessante effettuato negli scorsi giorni dal Dipartimento di Biochimica dell’Università di Cambridge, prestigioso ateneo britannico, che dopo dodici mesi di esperimenti ha appunto scoperto quanta energia si possa generare appunto con un’alga.

Alga e crisi energetica, 18/5/2022 - Computermagazine.it
Alga e crisi energetica, 18/5/2022 – Computermagazine.it

I numeri, che sono stati resi pubblici su Energy & Environmental Science, fanno chiaramente capire come questa possibile soluzione stia aprendo un filone di ricerca da esplorare. Produrre energia da un’alga si può fare, e non è neanche così complicato come qualcuno potrebbe pensare, riporta Hdblog.it. Nel dettaglio l’esperimento si è basato sull’alga Synechocystis che da sola ha permesso di alimentare un microprocessore Arm Cortex M0+, utilizzato all’interno dei prodotti dell’IoT. Ma come funziona il tutto?

Alga e crisi energetica, 18/5/2022 - Computermagazine.it
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UN’ALGA PER SALVARE IL MONDO DALLA CRISI ENERGETICA: ECCO PERCHE’ SI PUO’

Attraverso la fotosintesi, l’alga ha raccolto l’energia, e la corrente elettrica che si è creata, è stata poi trasmessa al microprocessore attraverso un elettrodo di alluminio. Si tratta di un esperimento molto interessante in quanto l’alga è comunissima, non è tossica e soprattutto economica, e tutti i componenti utilizzati li si possono facilmente reperire senza dei particolari esborsi. Inoltre si tratta di una soluzione molto interessante in quanto replicabile su larga scala, ecosostenibile, e che offre un nuovo sguardo sull’auto alimentazione, alla luce del fatto che, secondo le previsioni, nel 2035 saranno ben 27 miliardi i dispositivi connessi.

La particolarità dell’alga, ricorda ancora Hdblog.it, è che la stessa riesce a produrre energia anche al buio, visto che parte degli alimenti di cui si nutre viene immagazzinato quando c’è la luce, durante il processo ben noto come fotosintesi, ma elaborata al buio. Inoltre si tratta di un’operazione che avviene senza pause, visto che, durante l’esperimento, il dispositivo fotosintetico non si è mai scaricato ne fermato, continuando quindi a fornire energia in maniera costante per far funzionare il microprocessore. “La fotosintesi dell’alga potrebbe dunque rappresentare una soluzione ai problemi energetici dell’immediato futuro – conclude Hdblog.it – pensare di affidarsi al sole ed al litio per caricare i miliardi di dispositivi in arrivo è impossibile. L’unico modo – affermano i ricercatori – è quello dell’auto-produzione: in altre parole, presto, i dispositivi IoT stessi non solo consumeranno energia ma la produrranno anche”.

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