La pubblicità online ci spia: utenti tracciati con la precisione di 1 metro

Attenzione alla pubblicità  online che vi appare sugli smartphone: è in grado di rilevare la vostra posizione con la precisione di un solo metro.

La pubblicità online traccia i nostri spostamenti (Pixabay)
La pubblicità online traccia i nostri spostamenti (Pixabay)

La notizia è rimbalzata dalla prestigiosa rivista americana Forbes, ripresa poi da Android Authority e desta naturalmente una grave preoccupazione per la salvaguardia dei dati sensibi. Un’azienda israeliana che si chiama BSightful sarebbe in grado di rilevare l’esatta ubicazione di un utente tramite l’accesso ad alcune app collegate con la pubblicità.

Il fatto ancora più grave è che tutti questi dati verrebbero poi venduti a chi ne fa richiesta ed è disposto a pagare. Questo preoccupante smercio di dati sulla privacy è utilizzato dagli inserzionisti pubblicitari che chiedono sempre più banner sempre più mirati e precisi, anche territorialmente.

Per perfezionare questo abbinamento viene utilizzato un sistema denominato Demand-side Platform. Per semplificare le app caricano informazioni di chi le utilizza e poi le condivide – non si conosce in quale misura – con gli algoritmi che caricano le pubblicità, che sono così ottimizzate al massimo

Le pubblicità online mirate utilizzano l’esatta posizione degli utenti

La pubblicità online traccia i nostri spostamenti (Pixabay)
La pubblicità online traccia i nostri spostamenti (Pixabay)

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Chiaramente questo sistema accumula tutta una serie di informazioni che vengono poi raccolte e conservate. La Bsightful, sfruttando i DSP, memorizza la posizione di chi sta utilizzando lo smartphone e poi la vende a chi ne fa richiesta. La precisione di questa geolocalizzazione è tale che si può arrivare fino ad un solo metro di scarto.

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Ma a chi vanno questi dati preziosissimi? Entra in gioco un aspetto giuridico molto delicato che fa riflettere anche sull’eventuale utilizzo fraudolento. I server sono abbastanza protetti per evitare che hacker entrini e ne facciano usi poco legali? Ma soprattutto, c’è la certezza che questi dati vengano venduti solo per fini pubblicitari? Tutto questo conferma come il web e soprattutto i nostri smartphone sono strumenti preziosissimi, più del nostro portafogli.

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