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Telegram mette a rischio la privacy degli utenti con People Nearby

Utenti Telegram a rischio privacy a causa della funzione People Nearby, che permette di individuare un indirizzo grazie a una semplice triangolazione.

Anche Maps può essere usato per un tracciamento fai da te (Pixabay)

Telegram alle prese con una possibile breach della privacy dei suoi utenti. A lanciare l’allarme è il blog Ahmed’s Note. Secondo quanto scritto nel blog, la feature di Telegram “People Nearby”, oltre a consentirci di chattare con gli utenti della nostra zona, può involontariamente rivelare il nostro preciso indirizzo a qualche malintenzionato.

L’autore del blog, un programmatore ed esperto di cybersecurity, infatti, ha anche avvisato l’azienda russa del problema riscontrato. Per tutta risposta, lo staff di Telegram ha obiettato che People Nearby non costituisce un vero rischio, visto che gli utenti che attivano l’opzione sanno di rendere nota la propria posizione. Ma siamo certi che questa consapevolezza elimini davvero il pericolo?

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Utenti Telegram a rischio privacy con una semplice triangolazione

Una semplice triangolazione può rivelare dove ci troviamo (Pixabay)

Vediamo che tipo di privacy breach ha individuato il blogger che firma i post su Ahmed’s note. Poiché gli utenti Telegram che scelgono di attivare la funzione People Nearby lo fanno per entrare in contatto con persone o gruppi della propria zona, l’applicazione ci dice eplicitamente a quanta distanza si trovi un potenziale nuovo contatto, nel raggio di 7 miglia.

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Ora, prendendo nota di tale distanza da tre punti diversi nello spazio che formino un triangolo (e quindi non tutti e tre sulla stessa retta), siamo in grado di individuare un indirizzo preciso, praticamente senza possibilità di errore. Ahmed’s note sottolinea che questo è  possibile sia tramite delle applicazioni, sia passeggiando nel raggio di 7 miglia e identificando la propria posizione tramite Maps. Telegram si difende facendo notare che l’opzione va abilitata, perché di default è impostata su off. Eppure il rischio per la privacy, almeno sul piano potenziale, appare concreto. Specie se si considerano categorie vulnerabili come i ragazzi più giovani, tendenzialmente più inclini a fidarsi e magari anche poco consci delle reali insidie di Internet.

Raffaele Pigneri

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