Skype vs WhatsApp: dopo Signal arriva lo sfottò di Microsoft

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Dopo Elon Musk anche Microsoft ha preso di fatto in giro WhatsApp. Dopo le modifiche riguardanti la questione privacy, così come comunicato dalla stessa applicazione di Zuckerberg negli scorsi giorni, il visionario di Tesla ha invitato gli utenti a scaricare Signal, valida alternativa a WhatsApp, mentre il gigante di Redmond ha invece consigliato il suo Skype. Attraverso la pagina Twitter ufficiale della stessa app di messaggistica, l’azienda californiana ha pubblicato un tweet che sembrerebbe proprio un chiaro riferimento alla querelle privacy-WhatsApp, in quanto si legge “Ci impegniamo a mantenere privati i tuoi dati personali e non li vendiamo a terzi”. Tempi duri quindi per quella che resta l’applicazione più popolare in Italia, con Signal che ha scalato le classifiche di download negli scorsi giorni, e lo stesso faranno sicuramente anche Telegram e magari Skype. Ma siamo così certi che le modifiche alla privacy di WhatsApp siano così lesive nei confronti del consumatore? Secondo l’attendibile sito Bufale.net, che smaschera le fake news della rete, la risposta è assolutamente no.

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DOPO SIGNAL SPUNTA UN ALTRO ANTI-WHATSAPP: LO SFOTTO’ DI MICROSOFT CON SKYPE

“La nuova privacy WhatsApp 2021 – si legge sullo stesso sito – non influirà in alcun modo sull’utilizzo dell’app in Italia e nel resto d’Europa”. Inoltre vi sono conferme anche in merito al fatto che non vi siano modifiche riguardanti le pratiche di condivisioni dei dati di WhatsApp in Europa (incluso il Regno Unito), “Dunque, al momento – conclude Bufale.net – non esiste un aggiornamento che riguardi il nostro Paese, al di là del messaggio che avete ricevuto o che potreste ricevere nei prossimi giorni”. Resta da capire se questa spiegazione basterà a convincere i più scettici, oppure, se continuerà la migrazione verso altre applicazioni ritenute più sicure, come ad esempio Signal o Skype. Il tema della privacy continua a rimanere pregnante di questi tempi, anche se nel contempo paradossale: a volte si “regalano” informazioni personali per giocare su Facebook senza pensarci minimamente…

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