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Amazon e cinque grandi editori denunciati per prezzi truccati

Amazon gonfia i prezzi degli eBook in collusione con cinque colossi editoriali americani. La denuncia è firmata dallo studio legale Hagens Berman, che nel 2016 ha avuto ragione di Apple.

Jeff Bezos, CEO di Amazon (foto chiefexecutive.com)

Nuove grane legali in vista per Amazon. Lo studio legale Hagens Berman ha intentato una class action contro il leader mondiale dell’eCommerce e cinque grandi editori, rei di aver gonfiato i prezzi degli eBook. I “Big Five” sono Penguin Random House, Hachette, Harper Collins, Macmillan e Simon & Schuster, e nella denuncia sono definiti “cospiratori” della società di Bezos.

Secondo l’accusa, i cinque editori pagherebbero delle ingenti commissioni ad Amazon per mantenere artificialmente alti i prezzi degli eBook, con l’obiettivo di non deprimere il mercato della carta stampata. In cambio, avrebbero firmato un accordo comprensivo di una clausola denominata Most favored Nation, sostanzialmente un impegno a praticare lo stesso prezzo a tutti i rivenditori.

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Amazon e i Big Five dell’editoria USA mettono un freno al libero mercato

Image by Tablet Helpline from Pixabay

Di conseguenza, nessun competitor di Amazon è autorizzato né a vendere gli eBook a prezzi scontati, né a mettere in piedi differenti pratiche di vendita senza che lo stesso sia consentito alla piattaforma di Seattle. E ovviamente è impossibile competere con un retailer delle dimensioni di Amazon senza la possibilità di calibrare strategie di prezzo o di distribuzione.

La class action intentata da Hagens Berman punta il dito contro l’accordo tra Amazon e i Big Five per due motivi: da una parte è un freno al libero mercato, dall’altra impone prezzi artificialmente gonfiati sia ai venditori diversi da Amazon che ai loro clienti.

Ma perché i Big Five hanno accettato di gonfiare i propri costi di produzione sotto forma di commissioni ad Amazon? La risposta è semplice: l’esplosione degli eBook, dovuta proprio ad Amazon nella seconda metà degli anni 2000, ha danneggiato il mercato dei libri tradizionali, dando ai lettori la possibilità di comprare un testo digitale a prezzi stracciati.

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Ecco perché l’industria editoriale non vede di buon occhio una differenza di prezzo troppo ampia tra un eBook e un libro vero e proprio. Tanto è vero che già nel 2011 Hagens Berman aveva denunciato svariati grandi editori americani per aver messo in piedi la stessa pratica insieme ad Apple, che all’epoca stava lanciando l’iPad, in pratica un eReader con un’infinità di funzioni in più rispetto ad un Kindle.

Quella causa fu vinta nel 2016. Già dal 2013-2014, sottolinea la denuncia odierna, i prezzi dei libri digitali avevano cominciato a scendere. Salvo riprendersi proprio nel 2015, dopo che Amazon aveva ridiscusso gli accordi commerciali con gli editori più potenti.

Raffaele Pigneri

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