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Digitale Terrestre, il punto della situazione: aggiornamenti e ultime novità

La prima parte della rivoluzione del Digitale Terrestre ha gettato le basi per trovare l’altezza della situazione. Stanno cambiando (che fa rima con modificando o cancellando) i MUX, l’abbreviazione di “Multiplex“, quella tecnica usata per trasmettere i segnali (sia radio che televisivi) del digitale terrestre.

Antenna Digitale (Adobe Stock)

Questa tecnica permette di “impacchettare” le trasmissioni di diverse emittenti stessa banda di frequenza elettromagnetica. La conseguenza è che bisogna effettuare la ri-sintonizzazione per capire quali canali sono stati cancellati, quelli che sono stati modificati con l’entrata, per esempio, del loro “fratellone” in HD.

I canali 100, 200, 300, 400, 500 etc servono come test per capire se il nostro decoder o il tv di casa non sarà minimamente intaccato dalla rivoluzione del Digitale Terrestre. Che a giugno 2022 switcherà verso il DVB-T2, un’estensione dello standard DVB-T del consorzio europeo DVB per una modalità di trasmissione televisiva digitale terrestre.

Se in questi canali, comparirà una schermata blu con un riquadro bianco e la scritta: “Test HEVC Main10”, tutto ok: non c’è bisogno di cambiare il decoder/televisore. Stessa (buona) sorte per quei dispositivi acquisti dal 2017 in poi. E se non comparirà la schermata?

Digitale Terrestre, addio a Sky

Sky Tv (Adobe Stock)

Bisogna cambiare il dispositivo, usufruendo del bonus TV (con valore fino a 50 euro, un’agevolazione per l’acquisto di TV e decoder idonei per i nuovi standard trasmissivi) o attraverso il cosiddetto “uno contro uno” (chiunque vuole liberarsi del vecchio televisore o decoder ha diritto a consegnarlo gratuitamente al punto vendita).

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Per chi ha problemi di interferenze – principalmente decoder o tv ante 2017 – può sfruttare il nuovo servizio di assistenza: HELP interferenze, un servizio governativo dove è possibile sapere se l’indirizzo coinvolto dal problema rientra tra le zone geografiche interessate dalle interferenze LTE, e ricevere adeguato supporto. Gratuitamente. Il problema coinvolge solo la TV digitale terrestre, mentre non colpisce la televisione satellitare.

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A grandi falcate, insomma, ci si avvicina a settembre 2021, un momento storico per la comunicazione italiana, quando cioè si passerà all’MPEG-4 e alla sua quantizzazione, come quel processo che permette, mediante un apposito algoritmo di compressione, di trasmettere solamente la variazione dell’immagine.

Nel frattempo Sky ha detto stop all’offerta di abbonarsi a Sky DTT, “sostituiti” dai più convenienti Sky Smart o Sky Open, solo per le piattaforme fibra e satellite, con la possibilità di disdire in qualsiasi momento l’abbonamento, oppure ricevere un forte sconto legandosi per 18 mesi.

Antonino Gallo

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