Apple cambia strategia: il piano per arrivare primi (stavolta) al 6G

Un annuncio via social che cela in realtà qualche indiscrezione che da tempo aleggiava su Apple. Il colosso di Cupertino, uscito con i primi iPhone 5G solamente nello scorso ottobre, starebbe già al lavoro per il 6G, con l’intento di arrivarci prima di tutti.

Apple (Adobe Stock)
Apple (Adobe Stock)

In questa ottica si può leggere fra le righe del post nel quale Apple offre nuovi post di lavoro a ingegneri per le sedi di Cupertino e di San Diego.

Apple, la ricerca di nuovi ingegnere per il rilancio

Ripetitori 5G (Adobe Stock)
Ripetitori 5G (Adobe Stock)

Avrai un’opportunità gratificante e unica nel suo genere, sarai incaricato di disegnare la prossima generazione di connettività wireless potendo vantare un forte impatto sul futuro dei prodotti Apple. In questa posizione, sarai al centro di un team di ricerca all’avanguardia incaricato di creare la connettività del prossimo decennio”.

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Attualmente Apple utilizza i modem 5G di Qualcomm, una società statunitense di ricerca e sviluppo nel campo delle telecomunicazioni senza fili con sede a San Diego, in California, fondata nel 1985 da Irwin Jacobs e Andrew Viterbi, i “genitori” anche di Linkabit.

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Ma gli iPhone 12 e iPhone 12 Pro sono stati lanciati circa sette mesi dopo i Galaxy S20 5G di Samsung. Stavolta la Mela vuole prendere in contropiede tutti e andare all-in sulla sesta generazione della telefonia mobile, magari per anticipare anche quel 2030 che rappresenta per gli studiosi la data nella quale gli smartphone potranno adottare il 6G.

La priorità di Apple, dunque, è quella di essere pioniera del prossimo standard. Una posizione che darebbe all’azienda una grande indipendenza dall’infrastruttura e dall’hardware delle Telco e dei produttori concorrenti, magari senza più l’aiuto di aziende terzi.

Proprio in quest’ottica, forse, Apple ha unito le forze con Google, Intel, LG, Hewlett Packard, Cisco, Charter, VMware, tra le altre, nel Next G Alliance, progetto portato avanti da Atis per velocizzare il processo di ricerca sul 6G e rendere gli Stati Uniti leader mondiale del settore. E, di conseguenza, sconfiggere l’antagonista Samsung.

E chissà che il colosso che fu di Steve Job e ora nelle mani di Tim Cook non riesca a creare il primo modem 6G nella Silicon Valley, o in California a San Diego, fa lo stesso.

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