Chrome, le prossime versioni potrebbero essere meno avide di memoria

Secondo alcune notizie provenienti dal portale d’informazione Windows Latest, le prossime versioni del browser web Chrome della grande G potrebbero essere meno ingorde di memoria e più veloci e reattive.

Google (Adobe Stock)
Google (Adobe Stock)

Uno dei problemi più noti dei browser web – e in particolare di Chrome – è il consumo esagerato di RAM che i programmi fanno, specialmente in presenza di molti tab aperti o salvati da precedenti sessioni.

Pur essendo Chrome tra i browser più veloci, un dispendio smodato di memoria è sempre negativo per l’equilibrio e un fluido funzionamento del sistema su cui gira.

Per confermare i consumi del browser di Google basta effettuare le opportune verifiche – almeno su Windows – con il pannello di “gestione attività” e controlllare la colonna memoria.

Tra i programmi con i valori più alti si troverà sicuramente Chrome. Questo avviene poiché il browser web di Google memorizza nei vari processi di sistema ogni tab (pre-renderizzandone i contenuti), plugin o estensione.

Processi poi facilmente reperibili in “gestione attività” con molteplici voci recanti il nome del programma stesso.

Un futuro paventato aggiornamento, a detta del team di sviluppo, dovrebbe migliorare la gestione della RAM in Chrome rendendolo più veloce.

Quali soluzioni per rendere Chrome meno avido di memoria e più reattivo?

google chrome
google chrome

Proprio secondo il recente rapporto pubblicato oggi, gli sviluppatori sarebbero al lavoro su un nuovo aggiornamento del programma che dovrebbe riguardare questo annoso problema.

Per limitare il consumo di RAM, infatti, il team di Google starebbe lavorando sul supporto alla funzione “PartitionAlloc-everywhere” parallelamente su piattaforma Windows, Android e Linux.

Questa strada intrapresa porterebbe all’esperienza utente notevoli vantaggi, tra cui un minor consumo di RAM, una maggior reattività oltre a una stabilità maggiore.

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Già da tempo, infatti, si paventava di una sua possibile integrazione. Soprattutto dopo i risultati incoraggianti ottenuti nel sistema operativo Microsoft in cui, secondo lo sviluppatore Bruce Dawson, avrebbe contribuito a limitare alcuni arresti anomali.

Oltre a Windows 10 la novità dovrebbe riguardare, limitatamente al settore desktop, anche Linux. Qui, però, alcuni problemi riscontrati nell’implementazione della funzione “PartitionAlloc-everywhere” starebbero rallentando sviluppo e distribuzione su larga scala.

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E nel settore mobile? Su Android, l’unico OS per smartphone/tablet su cui stia testando l’introduzione della nuova funzionalità, sembrerebbe aver dato ottimi riscontri. Sia per prestazioni generali che per stabilità.

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