Neuralink, Musk sicuro: ecco quando ci saranno i primi chip nel cervello umano

Quel video (Monkey MindPong) del macaco di Neuralink che naviga su un cursore di fronte alle schermo usando solo la sua mente, ha spaccato. Sia in termini di visualizzazioni su YouTube, sia per quanto riguarda l’evoluzione del visionario Elon Musk, focalizzata sempre più sullo sviluppo di interfacce cervello-macchina.

Neuralink (Adobe Stock)
Neuralink (Adobe Stock)

Neuralink, una società fondata proprio da Elon Musk, sta sviluppando microchip alimentati dall’intelligenza artificiale per entrare nel cervello delle persone. Ma questo si sapeva. La novità è che la sperimentazione di un chip nel cervello umano dovrebbe arrivare proprio nel 2021.

Neuralink, l’esperimento del macaco Pager: un successo a tutto tondo

Neuralink, sperimentazione sui macaco (Adobe Stock)
Neuralink, sperimentazione sui macaco (Adobe Stock)

A quanto pare, o meglio asserisce Neuralink, il test del macaco Pager ha dato i risultati che Elon Musk si aspettava. La scimmia, infatti, ha avuto un chip impiantato nel suo cervello sei settimane fa.

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Teoricamente, sempre secondo Neuralink, la stessa tecnologia sarà utilizzata per dare alle persone il controllo degli arti sintetici, tramite un impianto cerebrale Neuralink. Elon Musk, in uno dei suoi tweet virali, ha postato che il primo prodotto Neuralink consentirebbe alle persone con paralisi di controllare uno smartphone.

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Sulla stessa lunghezza d’onda, Andrew Jackson, anche se ci va coi piedi di piombo. Già, il professore dell’Università di Newcastle non si è stupito tanto di Pager, visto che convincere gli animali (nel caso in questione, un macaco) a controllare i videogiochi tramite interfacce neurali non era una novità, ma comunque si è compiaciuto, in un’intervista a Insider, del “buon test” della tecnologia.

Se inventi un nuovo telescopio, ha senso prima puntarlo dove sai cosa vedrai – spiega Andrew Jackson, anche esperto di neuroscienze – loro stanno seguendo un percorso molto sensato per convalidare il loro dispositivo. Sono sicuro che questo contribuirà a nuove scoperte scientifiche in futuro, soprattutto se lo renderanno ampiamente disponibile agli scienziati, oltre a migliorare l’usabilità delle tecnologie di interfaccia neurale esistenti per le persone con paralisi”.

Jackson è rimasto positivamente sorpreso dal dispositivo impiantato, in modalità wireless, nel cranio del macaco: “E’ stato un progresso significativo – continua – ciò che è decisamente nuovo e innovativo è che non ci sono cavi che passano attraverso la pelle. Tutti i segnali cerebrali vengono inviati in modalità wireless, questo per me è il progresso ed è importante sia per migliorare la sicurezza delle applicazioni umane, sia come un modo per migliorare il benessere degli animali utilizzati negli studi di neuroscienza. Il Neuralink squadra ha decisamente fatto progressi in questo senso“.

Se il buongiorno si vede dal mattino, è meglio che per Elon Musk e la sua Neuralink non faccia mai sera.

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