MOXIE produce ossigeno su Marte, ennesimo successo di Perseverance

L’unità MOXIE estrae ossigeno dall’atmosfera di Marte. La Nasa esulta: “Avviato un percorso che un giorno ci porterà a vivere su altri pianeti”.

mars 2020 perseverance Marte
Marte e il Sole (image from pixabay)

Un altro grande passo verso l’esplorazione spaziale. La missione Perseverance, il rover della Nasa atterrato su Marte lo scorso 18 febbraio, ha fatto registrare l’ennesimo successo, ricavando atomi di ossigeno dall’atmosfera del Pianeta Rosso, composta quasi interamente di diossido di carbonio. La quantità di aria respirabile prodotta è stata ovviamente esigua, ma l’efficacia del procedimento apre una nuova frontiera per i viaggi interplanetari.

Protagonista dell’ennesima impresa marziana è stata l’unità MOXIE (Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment), che ha estratto atomi di ossigeno dalle molecole di diossido di carbonio, composte appunto da due atomi di ossigeno e uno di carbonio. Si tratta di un apparecchio “non più grande di un tostapane”, come lo descrive l’equipe della Nasa, che separa i due atomi di ossigeno presenti nella molecola e rilascia il carbonio nell’atmosfera marziana.

MOXIE, una boccata di ossigeno su Marte

Moxie, l'unità che ha prodotto ossigeno su Marte
Moxie, l’unità che ha prodotto ossigeno su Marte (image from nasa.com)

Dopo circa due ore di riscaldamento, il MOXIE è stato in grado di produrre 5.4 grammi di Ossigeno nel giro di un’ora. Giusto una boccata d’aria respirabile, spiegano gli esperti dell’agenzia spaziale statunitense, che garantirebbe la sopravvivenza di una persona per circa dieci minuti di “normale attività”.

In realtà Moxie è stato concepito per produrre una quantità leggermente superiore di ossigeno, ossia 10 grammi in 60 minuti, ma il team ha rallentato le operazioni due volte per controllare che il modulo stesse reggendo bene all’urto del collaudo. E così è stato. Siamo insomma ben lungi da uno strumento che garantisca un’autonomia respiratoria permanente. Ma come ha sottolineato Jim Reuter, uno degli amministratori del progetto, è stato compiuto un passo cruciale nella giusta direzione: “C’è tanto altro lavoro da fare, ma MOXIE ha avviato un percorso che un giorno potrebbe portare l’uomo a vivere su Marte”.

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Non solo aria da respirare: ossigeno necessario per il volo spaziale

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Ingenuity e Perseverance, in un render in computer grafica

La creazione autonoma di ossigeno in-situ (cioè direttamente su un altro pianeta) è di importanza fondamentale non solo per la sopravvivenza umana, ma anche per tutti i tipi di combustione, inclusa quella alla base del volo spaziale. Uno shuttle avrebbe bisogno di circa otto tonnellate di ossigeno per riuscire a lasciare Marte, perciò la soluzione più efficiente al problema potrebbe essere una versione gigante di MOXIE montata direttamente a bordo.

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Lo storico traguardo è stato raggiunto a due giorni dal primo volo extraterrestre del compagno di viaggio di Perseverance, il mini elicottero Ingenuity che dovrebbe mettere in fila altri quattro flight test prima di posarsi per sempre inerte sulla superficie del Pianeta Rosso.

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