Bitcoins e centrali nucleari: una stretta alleanza che fa un po’ paura

Presto le centrali nucleari potrebbero essere sfruttate per produrre bitcoins: ecco quali scenari si aprono.

Mining Farm
Mining Farm per l’estrazione di Bitcoin (by Adobestock)

Il business delle monete digitali sembra allargarsi a macchia d’olio tanto da aprire, ogni giorno che passa, nuovi inquietanti scenari. L’ultimo riguarda il settore nucleare, che presto con ogni probabilità metterà a disposizione alcune sue centrali atomiche per l’estrazione in tempi rapidi di bitcoin e altre criptovalute.

Le indiscrezioni arrivano dagli Stati Uniti, dove Ohio e Pennsylvania in particolare spingono affinché l’idea venga realizzata già nei prossimi mesi. Prendiamo ad esempio il caso specifico della Pennsylvania, nel cui territorio sorge un importante snodo nucleare noto come Susquehanna Steam Electric Station, di proprietà della compagnia a stelle e strisce Talen Energy: i capi della struttura stanno spingendo già da tempo per l’edificazione in loco di un centro dati che si occupi del mining, che una volta portato a pieno regime arriverà a consumare fino a 300 Megawatt (ma se necessario, col tempo, potrebbe esser spinto sino a qualche Gigawatt).

I presupposti d’altronde ci sono davvero tutti, dato che attualmente l’impianto si erge su due reattori ciascuno della potenza di un Gigawatt: dovrebbe essere attivo già dalla primavera del 2022, dato che i permessi necessari sono già stati ottenuti e tutti i requisiti richiesti soddisfatti.

Produzione di bitcoins nelle centrali nucleari: ecco quali prospettive si aprono

Bitcoins
I bitcoins si stanno diffondendo a macchia d’olio (by Adobestock)

Per quanto riguarda l’Ohio invece la questione è lievemente differente, dato che l’energia viene erogata da Energy Harbor Corp mentre il mining delle monete digitali è affidato alla società Standard Power, che vorrebbe riutilizzare per le operazioni un vecchio stabilimento abbandonato che un tempo veniva sfruttato per la produzione della carta.

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L’idea ha lasciato perplessi in molti ma ha un suo fondamento logico, se si pensa che l’estrazione di bitcoin necessita di una grande quantità di energia elettrica che nei casi summenzionati trova terreno fertile grazie alla disponibilità di Talen Energy e Energy Harbor Corp, altrove invece non può ancora essere messa in pratica data l’attuale inefficienza delle strutture.

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L’alleanza bitcoinnucleare lascia ancora parecchi dubbi, ma gli sforzi testimoniano della chiara intenzione di ridurre l’impatto ambientale nell’estrazione delle criptovalute. Già l’Ucraina aveva in passato manifestato l’intenzione di adeguarsi al nuovo protocollo, adesso anche Miami ed el salvador stanno cercando di seguire la stessa linea.

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