Gli Usa sono stanchi dei continui cyberattacchi dall’estero, così hanno messo a disposizione una taglia di 10 milioni contro gli hacker.
Non è una guerra futuristica, ma una battaglia, furiosa, già in atto, e che può cambiare i destini di qualsiasi paese. Stiamo parlando degli attacchi hacker, sempre più numerosi e soprattutto deleteri. Gli ultimi episodi hanno visto bloccare alcuni portali delle istituzioni americane, ma anche quelli di aziende, che hanno subito il “sequestro” di dati sensibili in cambio di un riscatto.
Se in questo caso parliamo di di ransomware, spesso organizzati da gruppi criminali privati, la guerra telematica coinvolge anche gli stati centrali e questo stato di guerra fredda vede in campo, contrapposti, Russia, Stati Uniti e Cina.
Ora gli Usa stanno cercando di prendere contromisure, innalzando le barriere protettive, ma accanto al miglioramento degli strumenti virtuali, c’è una furiosa ricerca dei responsabili, anche se questi si trovano all’estero. Il governo ha così annunciato una taglia stratosferica per chi aiuterà la giustizia a fermare questi cybercriminali.
L’obiettivo è recuperare quante più informazioni per localizzarli e salire nella catena di comando per trovare i governi stranieri responsabili. Chi dovesse riuscire a fornire informazioni vitali potrebbe ricevere fino a 10 milioni di dollari. Secondo il Dipartimento di stato infatti, numerose operazioni che prendono di mira aziende o istituzioni statunitensi violano il Computer Fraud and Abus Act.
Per comunicare eventuali notizie è possibile utilizzare un canale anonimo, attraverso il browser Tor, guarda caso utilizzato spesso proprio dagli hacker. In questo modo gli Usa vogliono salvaguardare la fonte da eventuali ritorsioni, visto l’estrema difficoltà di poter tracciare un utente che utilzza questo sistema.
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Uno degli attacchi più gravi è quello di inizio giugno, quando alcuni cybercriminali hanno bloccato la Colonial pipeline, un oleodotto del sud che fornisce carburante a tutta la costa est. Questi atti non vengono più dunque trattati come crimine normale, ma come un vero e proprio attacco terroristico, sfruttando così una normativa completamente diversa.
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Naturalmente il compenso sarà decisamente diverso dal normale: gli informatori saranno pagati con criptovaluta, un sistema difficile da tracciare e quindi sicuro da eventuali tentativi di riconoscere il “traditore”.
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