E se il Regno Unito dopo la Brexit stesse lavorando al Britcoin, una sua criptovaluta esclusiva? La notizia sta circolando da un po’ dalle parti di Londra, e nelle ultime ore i rumors sono aumentati a dismisura al punto che l’idea di una Britcoin non sembra poi così campata in aria.
Secondo quanto si mormora, il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak, avrebbe architettato un piano con oggetto appunto una criptovaluta britannica, che andrebbe a coinvolgere anche la Banca Centrale d’Inghilterra, e che mirerebbe a realizzare una sorta di versione digitale della sterlina, la storica moneta di sua maestà.
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Il nome ufficiale della valuta “fittizia” sarebbe Central Bank Digital Currency, e la stessa verrebbe controllata dalla suddetta banca d’Inghilterra e di conseguenza non avrebbe la volatilità classica delle criptovalute. Numerosi i sostenitori del progetto, soprattutto al ministero del Tesoro, secondo cui una valuta digitale rappresenterebbe un’opportunità molto ghiotta per il governo, in quanto la Banca centrale di Londra darebbe una spinta decisiva all’economica locale, in un periodo di forte crisi economica e finanziaria dovuta al covid. Depositando direttamente il denaro digitale sul conto dei cittadini si ridurrebbero in maniera drastica sia i tempi circa le operazioni di trasferimento di denaro, ma anche i costi delle stesse, in particolare per quanto riguarda le piccole e medie imprese.
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C’è chi comunque storce il naso, i vari detrattori, secondo cui una moneta virtuale come la Britcoin, seppur controllata dalla banca centrale, rappresenterebbe comunque un motivo di instabilità finanziaria, ed inoltre, la Banca farebbe fatica a stabilire i tassi di interesse, e si teme anche un aumento degli interessi in merito a prestiti e finanziamenti, soprattutto nel caso in cui la moneta digitale dovesse essere utilizzata da milioni di cittadini inglesi. Secondo quanto raccolto dal tabloid britannico, Daily Mail, Sunak avrebbe già messo a punto una squadra speciale, una sorta di task force, prendendo alcuni elementi dal ministero dell’economia e dalla banca inglese, per valutare concretamente la fattibilità del progetto, ed entro la fine dell’anno dovrebbe arrivare un report dettaglio sul perchè sì o eventualmente sul perchè no. Al momento, comunque, pare che prevalga l’ottimismo, anche se la Banca sarebbe un po’ più scettica rispetto al tesoro. In attesa di capire come evolverà la vicenda, siamo certi che anche altre nazioni potrebbero decidere di sviluppare una propria valuta digitale: staremo a vedere chi avrà il coraggio di farlo per primo.
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