Cambiamenti Climatici: dalla NASA le nuove immagini sul surriscaldamneto terrestre è qualcosa di davvero spaventoso

I cambiamenti climatici negli ultimi 100 anni sono stati così importanti da costituire un allarme globale. La mappa delle temperature terrestri infatti, stilata dalla NASA, ha evidenziato uno schema terrificante.

Surriscaldamento Globale (Adobe Stock)
Surriscaldamento Globale (Adobe Stock)

Lo studio condotto dalla NASA copre un arco di tempo di circa 100 anni, a partire dal 1880 fino ai giorni nostri, ed ha evidenziato che i maggiori cambiamenti di surriscaldamento sono scoppiati a partire dagli Anni 2000 e per il successivo ventennio.

Surriscaldamento globale, la NASA evidenzia cambiamenti preoccupanti

Allarme temperatura terrestre (Adobe Stock)
Allarme temperatura terrestre (Adobe Stock)

Sembra infatti che a partire dal 2000, 19 su 20 anni sono stati i più caldi degli ultimi 100 anni, ad eccezione del 1998 che è entrato di diritto nel novero degli anni più caldi.

Ma la classifica degli anni più caldi mai registrati dall’inizio dello studio della NASA è stato il 2020, insieme al 2016: globalmente questi due anni sono stati quelli che hanno registrato le temperature più alte in tutto il globo terracqueo.

Su questa problematica così importante, si sono espressi numerosi esperti. Uno è stato il geologo Mario Tozzi, il quale ha espresso la sua preoccupazione e, analizzando il riscaldamento globale, ha affermato che «ci dice che alcuni cambiamenti sono già irreversibili, come l’innalzamento del livello del mare. Purtroppo nessuno vuole fare niente – continua Tozzi – perché se si volesse fare qualcosa si smetterebbe di sovvenzionare la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi che sono i principali responsabili dell’innalzamento della temperatura. Il problema non è il cambiamento climatico in sé, è l’accelerazione anomala a cui si sta assistendo».

Secondo lo studioso, infatti, entro i prossimi 10 anni la temperatura globale della Terra potrebbe innalzarsi di altri 2 gradi, un vero sproposito anche in considerazione di quanto avvenuto finora.

Secondo un rapporto dell’Ipcc di qualche anno fa, la Terra avrebbe solo fino al 2030 per impedire al pianeta di raggiungere la soglia cruciale di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali. La nuova stesura dello studio è stato approvato proprio in questi giorni, in concomitanza con il disegno della NASA del mappamondo “climatico”, da 195 governi membri dell’Ipcc.

Il prossimo mese di febbraio, la parte dello studio dedicata al riscaldamento globale sarà pubblicata e, in concomitanza, sarà definita la stesura finale della terza parte, prevista in pubblicazione per il mese di marzo, dove si esamineranno le soluzioni per ridurre le emissioni di gas serra.

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Tra le conseguenze a lungo termine del riscaldamento globale, il livello medio del livello del mare fra il 1901 e il 2020 è stato di un innalzamento pari a 20 cm, con una crescita media di 1,35 mm/anno dal 1901 al 1990 e una crescita accelerata di 3.7 mm/anno fra il 2006 e il 2018. In pratica, il livello dei mari sale a ritmo triplo rispetto al XX secolo.

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Per non parlare della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, calcolate come le più alte degli ultimi 2 milioni di anni, e le concentrazioni di metano (CH4) protossido di azoto (N2O) le più alte degli ultimi 800mila anni.

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