Attenzione, queste App di Play Store ti installano qualcosa e senza chiedere il permesso all’utente

Per l’ennesima volta sono state scoperte delle applicazioni dannose per i vostri smartphone, software che si possono scaricare tranquillamente dal Play Store, il negozio online di Google, e che una volta installati sul proprio dispositivo mobile scaricano un sacco di contenuti senza chiedere prima il permesso all’utente.

Occhio alle app su PlayStore dannose
Occhio alle app su PlayStore dannose: i dettagli

Non è la prima volta ovviamente che vi riportiamo una notizia di questo tipo, e sicuramente non sarà nemmeno l’ultima, ma questa pratica “intrusiva” risulta essere sempre dannosa e fastidiosa per l’utente che la subisce. Come fare per evitare di incappare in questi problemi? La prima cosa da fare è quella di leggere le recensioni sullo stesso Play Store, soprattutto se vogliamo scaricare delle applicazioni o dei giochi che sono stati sviluppati in Cina.

Nel mirino Google e Play Store – MeteoWeek.com

OCCHIO A QUESTE APP DI PLAY STORE CHE TI INSTALLATO UN SACCO DI ROBA SENZA CHIEDERTI IL PERMESSO

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Ci sono infatti alcune app, come ad esempio una di un meteo molto scaricata, che di fatto è in grado di prendere il possesso del nostro telefono, riempiendolo di pubblicità, e portando poi l’utente, cosa ancora più dannosa, a scaricare altre applicazioni senza alcun permesso, un circolo vizioso che sembra non avere fine. Come riferito dal sito di Dday.it, a riguardo si è diffusa una notizia negli scorsi giorni di un’applicazione che al termine dell’installazione ha rimpiazzato il launcher di base sostituendolo con uno identico che ha però chiuso l’utente malcapitato all’interno di uno spazio pieno di pubblicità con una serie di invasivi popup e tasti che portavano all’installazione di altre applicazioni indesiderate. Ma perchè accadono queste cose? Ovviamente non dovrebbe succedere visto che le applicazioni non dispongono di permessi che permettono a loro di effettuare determinate operazioni senza prima ottenere il lasciapassare dell’utente.

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Una regola basilare quindi, anche perchè i cambiamenti più profondi dello smartphone, a livello di sistema, di solito non sono consentiti nemmeno se l’utente interagisce con l’applicazione stessa, rendendo quindi necessari più passaggi in serie. Come funzionano quindi queste app “anarchiche”? Di fatto queste modifiche non desiderate si basano sul DSP Digital Turbine “una soluzione software – scrive Dday.it a riguardo – adottata da molti produttori per gestire la configurazione iniziale e installare alcuni applicativi alla prima accensione senza il permesso dell’utente”. L’sdk del Digitale Turbine è installato nel firmware del telefono dal produttore, in quanto alcuni se ne servono, come ad esempio Samsung, Xiaomi, Motorola e vari operatori telefonici che utilizzano lo stesso per ‘brandizzare’ le versioni da loro vendute. Ovviamente Digital Turbine non è responsabile del problema delle app, in quanto si tratta di un’azienda seria che sta cercando a sua volta di risolvere la questione investendo parecchi denari. Il problema va risolto il prima possibile.

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