Facebook e Instagram non funzioneranno più per gli utenti europei: cosa c’è di vero e cosa cambierà?

Una notizia che ha letteralmente spaccato il mondo dei social e di internet, ma cosa c’è di vero nella voce che circola da qualche ora sul web? A dichiarare la possibile chiusura dei due popolari social la stessa azienda.

Meta minaccia di chiudere Instagram e Facebook: cosa c'è di vero? 08022022 www.computermagazine.it
Meta minaccia di chiudere Instagram e Facebook: cosa c’è di vero? 08022022 www.computermagazine.it

Probabilmente non saremo più in grado di offrire alcuni dei nostri prodotti e servizi più importanti in Europa“. Una frase che ha letteralmente scatenato il panico sui social e che, a quanto pare, arriva proprio da Meta stessa. Protagonista, oltre alla holding che racchiude dentro di se le proprietà di Facebook e Instagram, il GDPR europeo e l’utilizzo dei dati personali degli utenti iscritti ai social network di Mark Zuckerberg.

Servono regole chiare e globali per proteggere a lungo termine i flussi di dati tra Stati Uniti ed UE“, ha detto l’azienda. Un ricatto bello e buono quello del magnate statunitense Mark Zuckerberg, che ha così deciso di minacciare la chiusura dei social in Europa qualora non venissero rispettati taluni accordi tra Meta e l’UE. Si parla di raccolta, scambio e conservazione transcontinentale dei dati di tutti gli utenti europei iscritti ai social network. L’azienda è fiduciosa, l’accordo dovrebbe essere raggiunto entro la fine del 2022, altrimenti, fa sapere Meta “probabilmente non saremo più in grado di offrire alcuni dei nostri prodotti e servizi più importanti, compresi Facebook e Instagram, in Europa“.

Una stretta sulla privacy che non va giù a Meta, da qui il ricatto

GDPR europeo: è ancora braccio di ferro con aziende statunitensi - 08022022 www.computermagazine.it
GDPR europeo: è ancora braccio di ferro con aziende statunitensi – 08022022 www.computermagazine.it

La stretta sulla privacy europea è perlopiù temuta dai colossi del web, tra cui Meta, che si vede costretta a minacciare di chiudere i suoi più importanti social in Europa. Tutto gira intorno alle garanzie nel trasferimento dei dati personali di cittadini europei in un paese terzo, con la possibilità che non vengano – di conseguenza – rispettati gli standard di privacy imposti qui in Europa. Siamo ancora una volta di fronte ad un chiaro braccio di ferro tra UE e aziende statunitensi e, ancora una volta, al centro c’è la privacy degli utenti e i loro dati sensibili.

A parlarne è sceso in campo Ernesto Belisario, intervenuto ai microfoni di La Repubblica per commentare quanto accaduto nelle ultime ore. “Stanno riuscendo a fare qualcosa che fino a poco tempo fa sembrava impossibile: rendere reversibili processi che sembravano consolidati. L’Europa rivendica un ruolo nell’evoluzione tecnologica e lo fa seguendo le sue corde, attraverso le regole e i diritti, non attraverso il capitale o le società”. Dopo il GDPR, la legge sui servizi digitali appena approvata dal Parlamento europeo: “avrà un impatto ancora più importante rispetto al GDPR perché stabilisce norme specifiche per le grandi piattaforme, quelle che possono raggiungere almeno 450 milioni di persone nella Ue, impone trasparenza sulla regole di moderazione e sugli algoritmi, responsabilizzazione sui contenuti nocivi. E poi c’è un emendamento sulla pubblicità mirata che, se dovesse restare nella versione finale del regolamento, potrebbe porre fine a quello che Shoshana Zuboff ha definito il ‘capitalismo di sorveglianza’: le aziende tech non potranno raccogliere dati in ambiti particolari, come le posizioni politiche, il credo religioso, e gli utenti potranno rifiutare di fornire questi dati senza avere ripercussioni sulla fruizione dei servizi. Le sanzioni poi salgono fino al 10% del fatturato. Questo genere di regole potrebbe imporre una revisione del modello di business adottato finora, che è un po’ l’auspicio anche di molti critici delle grandi piattaforme: nessuno ne vuole la chiusura, ma devono invertire la rotta”.

Il commento della società Meta

Non abbiamo assolutamente alcun desiderio e alcun piano di ritirarci dall’Europa, semplicemente Meta, come molte altre aziende, organizzazioni e servizi, si basa sul trasferimento di dati tra l’UE e gli Stati Uniti per poter offrire servizi globali. Come altre aziende, per fornire un servizio globale, seguiamo le regole europee e ci basiamo sulle Clausole Contrattuali Tipo (Standard Contractual Clauses) e su adeguate misure di protezione dei dati. Le aziende, fondamentalmente, hanno bisogno di regole chiare e globali per proteggere a lungo termine i flussi di dati tra Stati Uniti ed UE, e come più di 70 altre aziende in una vasta gamma di settori, mano mano che la situazione si evolve, stiamo monitorando da vicino il potenziale impatto sulle nostre operazioni europee“, ha dichiarato un portavoce di Meta.

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