Digital Markets Act: ecco come cambieranno WhatsApp, Telegram e Messenger

Raggiunto l’accordo tra il trilogo di Parlamento Europeo, Consiglio Europeo e Commissione Europea per la regolamentazione delle attività esercitate dai big della tecnologia all’interno dell’Unione Europea: ecco le modifiche e le novità.

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Nuovo “Digital Markets Act” in arrivo per l’Unione Europea – ComputerMagazine.it

Interoperabilità” obbligatoria tra i servizi di messaggistica per le società tecnologiche con una capitalizzazione annuale di almeno 75 miliardi di euro ed un fatturato di almeno 7,5: ciò significa che chi utilizza servizi come WhatsApp, Telegram e Messenger, secondo il nuovo accordo del “Digital Markets Act (DMA)” europeo dovrà poter ricevere ed inviare messaggi anche da parte di chi utilizza sistemi e servizi di messaggistica minori.

Saranno proprio le piattaforme di messaggistica minori a dover avanzare la richiesta ed i big, come appunto WhatsApp, Telegram & Co., dovranno obbligatoriamente includerle aprendosi ad esse. Tuttavia, il processo di inclusione non potrà avvenire in senso opposto, ovvero le piattaforme minori non avranno l’obbligo di aprirsi ai big.

Ciò, secondo il DMA europeo, allo scopo di incentivare la concorrenza ed evitare una forma di predominanza monopolistica dei grandi gruppi, in forma, come dicevamo, asimmetrica, secondo cui è “Golia” a concedere spazio a “Davide” ma non viceversa.

Lo stesso principio, inoltre, verrà applicato anche ai social network, ma solo in un secondo momento, al fine di consentire agli utenti dell’Unione Europea una maggior semplicità nel trasferimento dei dati.

Le altre norme del DMA e le sanzioni in caso di mancata attuazione

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Le altre norme più significative del DMA – ComputerMagazine.it

In caso di mancata attuazione del provvedimento, una nota ufficiale del DMA esplicita che, se le infrazioni saranno sistematiche, “la Commissione può impedire ai gatekeepers (ovvero ai grandi gruppi, ndr) di acquisire altre società per un certo periodo di tempo”.

Inoltre, il mancato adempimento “una tantum” conduce ad una sanzione fino al 10% del fatturato ottenuto su scala mondiale rispetto all’anno fiscale precedente alla mancata ottemperanza e ancora, in caso di recidiva, fino al 20%.

Tra le altre regole più significative, emerge l’impossibilità definita dal DMA di aggregare i dati provenienti da servizi molteplici facenti capo tutti alla stessa società (come nel caso di Alphabet, che controlla Google, e di Meta, dei servizi di Facebook, Instagram e WhatsApp). Apple, inoltre, dovrà consentire agli utenti di poter installare sui propri dispositivi applicazioni acquistate su negozi di terze parti. 

Tocca ora al Parlamento Europeo ed al Consiglio Europeo approvare il testo del Digital Markets Act, subito dopo la sua finalizzazione. Dunque l’iter prevede che il testo verrà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, dopodiché entrerà in vigore alla scadenza del ventesimo giorno successivo ed infine le regole saranno attive dopo sei mesi.

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