L’UE ha ricevuto la richiesta di veto sul riconoscimento facciale dei cittadini

Si affronta più da vicino una questione molto delicata, quella del riconoscimento facciale dei cittadini. È stato richiesto il divieto all’UE.

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Video sorveglianza Foto di PhotoMIX Company da Pexels

Un argomento di cui si discute da diverso tempo che ha creato molte discordanze sulla questione privacy. A tal proposito, 51 organizzazioni in difesa dei diritti digitali hanno invitato la Commissione europea a imporre il divieto totale. La richiesta è di non utilizzare tecnologie per il riconoscimento facciale, finalizzato alla sorveglianza di massa.

Si tratta di una lettera inviata da attivisti come AlgorithmWatch, Big Brother Watch UK e l’European Digital Society. Un appello appoggiato, tra l’altro, dal gruppo European Digital Rights (EDRi), collettivo di rete di ONG di sostenitori e accademici che lavorano per difendere i diritti digitali in tutto il continente.

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La richiesta di veto sul riconoscimento facciale dei cittadini

UE
Unione Europea Photo by Christian Lue on Unsplash

La lettera è arrivata direttamente al commissario europeo della giustizia Didier Reynders, è giunta in prossimità della data di presentazione di nuove regole per l’uso etico dell’intelligenza artificiale.

Nella fattispecie, la richiesta consiste in una maggiore tutela dei diritti umani fondamentali con le nuove leggi UE, soprattutto sulla questione del riconoscimento facciale e di altre tecnologie biometriche. L’obiettivo è di evitare che tali strumenti vengano utilizzati negli spazi pubblici per effettuare sorveglianza di massa.

La coalizione afferma che, allo stato attuale, qualsiasi tipo di dispositivo con sistema biometrico comporta necessariamente conseguenze riguardanti i diritti degli individui, come quello alla privacy e alla protezione dei dati.

Solitamente, l’utilizzo di queste tecnologie è giustificato dal fatto che sono utili alle autorità di contrasto. Tuttavia, le organizzazioni chiedono un divieto assoluto, per qualunque scopo o scenario.

Di fatto, l’EDRi si basa su esperienze esterne all’Europa, dove le tecnologie biometriche servono a spiare i cittadini, comportando però gravi conseguenze per i diritti umani.

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Un esempio è il sistema sviluppato in Cina da Huawei, impiegato dalle autorità del Paese. Lo scopo è quello di scoprire persone di etnia uigura, originari della regione autonoma cinese dello Xinjiang. Purtroppo, questo meccanismo ha destato molte preoccupazioni a livello internazionale.

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