Chernobyl, 35 anni fa la tragedia: “Ma il reattore brucia ancora…”

Esattamente oggi, 35 anni fa, accadeva forse la più grande strage che il mondo moderno abbia conosciuto, quella della centrale nucleare di Chernobyl. Il 26 aprile del 1986, infatti, esplodeva uno dei giganteschi reattori del sito di produzione di energia nucleare dislocato a pochi chilometri da Pripyat, in Ucraina (all’epoca Unione Sovietica), provocando migliaia di morti sia in maniera diretta, fra i soccorsi e colori che erano all’interno della stessa centrale, sia in maniera indiretta con tumori, leucemie, malformazioni ecc ecc.

Chernobyl oggi (Foto Siviaggia)
Chernobyl oggi 35 anni (Foto Siviaggia)

«Le conseguenze radiologiche e non dell’incidente – scrive oggi l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, come riporta IlSole24Ore.it – hanno coinvolto direttamente e indirettamente la vita di milioni di persone in Europa. Questo anniversario ci offre l’opportunità di riflettere, di imparare da quelle lezioni. E ancora una volta, di apprezzare lo sforzo eroico di chi per primo rispose, correndo al reattore danneggiato e sacrificando la propria salute, in molti casi la propria vita, per salvare quella degli altri». A causa di quell’incidente le persone della vicina cittadina di Pripyat vennero fatte evacuare colpevolmente diverse ore dopo il disastro: gli venne detto loro di portare con se poche cose in quanto sarebbero state via per pochi giorni, ma nelle loro case non misero mai più piede.

Chernobyl, foto del disastro (Foto Agi)
Chernobyl, foto del disastro: oggi 35 anni (Foto Agi)

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Nel corso degli anni è stato costruito un gigantesco sarcofago d’acciaio con cui è stato ricoperto il reattore esploso, un progetto costato due miliardi di euro lungo 162 metri e alto 108, costruito lontano dalla centrale per ragioni di sicurezza, poi fatto scorrere sui dei binari appositi e posizionato sul reattore numero 4. «È la più grande struttura mobile mai costruita», ha detto Axel Reiserer, responsabile Relazioni con i media per la Bers, la banca che ha contribuito alla realizzazione della stessa struttura. Peccato però che, a causa delle forti radiazioni, il sarcofago durerà solo 100 anni: «Ma questa non è la fine della storia – ha aggiunto Reiserer – il fatto che il New Safe Confinement abbia un arco di vita di cento anni significa che ora è il momento di programmare, concordare e realizzare la fase successiva dei lavori».

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Del resto al suo interno sono sepolte 200 tonnellate di combustibile nucleare radiaottivo e parti del vecchio sarcofago stanno iniziando a cedere e dovranno essere prima o poi rimosse: «A quel punto i lavori si faranno sempre più vicini al reattore. La storia di Chernobyl – conclude Reiserer – continua». Intanto Kiev ha chiesto che venga inserita Chernobyl nella lista dei luoghi patrimonio per l’umanità, e protetti dall’Unesco: «Pensiamo che inserire Chernobyl nella lista dell’Unesco – le parole di Oleksandr Tkachenko, ministro ucraino della cultura – sia un primo passo per rendere questo luogo una destinazione unica di interesse per l’intera umanità. L’importanza della zona di Chernobyl va al di là dei confini dell’Ucraina».

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