Covid-19, la situazione di Taiwan preoccupa

A Taiwan la pandemia preoccupa. Di nuovo. Un improvviso aumento del numero di contagi da Covid-19 trasmesso a livello nazionale, mette in serio pericolo la stabilità della catena di approvvigionamento dell’industria dei circuiti integrati della piccola nazionale insulare a 180 km dalla Cina, importante snodo per le esportazioni dei prodotti tecnologico in tutto il mondo.

Covid-19, il virus (Adobe Stock)
Covid-19, il virus (Adobe Stock)

Taiwan ha segnalato 207 contagi soltanto in un giorno (il 16 maggio), tra cui un dipendente della Largan Precision, suscitando preoccupazioni sulla capacità del paese di contenere la diffusione di Covid-19. Già, l’isola asiatica, finora, è stato uno dei Paesi meno colpiti dalla pandemia. L’isola non è mai entrata in lockdown e le persone sono state abituate a vivere una vita quasi normale da sempre. Ecco perché sorprende la denuncia dell’aumento dei contagi e il relativo inasprimento delle limitazioni.

Covid-19: Taiwan a rischio lockdown

Covid Zone World (Adobe Stock)
Covid Zone World (Adobe Stock)

L’isola si è chiusa da subito e ha applicato in modo rigoroso il tracciamento dei contatti e le rigide quarantene per i pochissimi viaggiatori in arrivo. I controlli della temperatura e l’igienizzazione delle mani sono stati sempre comuni, così come le mascherine, richieste da subito in molti luoghi pubblici ma non nelle scuole.

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Nella capitale Taipei, però, le restrizioni hanno raggiunto il livello più alto dall’inizio della pandemia dopo la segnalazione di un record giornaliero di 180 nuove infezioni trasmesse localmente. Il governo ha innalzato le restrizioni a livello 3 su 4. Alcuni residenti si sono recati nei supermercati per fare scorta di cibo, carta igienica e altri prodotti giudicati essenziali, pensando a un ipotetico spettro lockdown.

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TSMC e altre fonderie con sede a Taiwan rimangono diligenti nelle rispettive misure precauzionali interne contro il Covid-19. Tuttavia, secondo fonti del settore, i potenziali blocchi indotti dal Coronavirus a Taipei e in altre città potrebbero rappresentare una minaccia per la catena di approvvigionamento dell’industria locale della produzione di chip, con il conseguente innalzamento dei prezzi per tutti coloro che si riforniscono a Taiwan.

I fantasmi di una chiusura della più grande fonderia di circuiti integrati al mondo con una quota di mercato superiore al 50%, preoccupano. TSMC ha intensificato le sue già rigorose misure precauzionali contro il Coronavirus, affermano le fonti. TSMC all’inizio del 2020 aveva un dipendente infettato dal virus.

Taiwan è anche il luogo in cui hanno sede United Microelectronics (UMC), Vanguard International Semiconductor (VIS) e Powerchip Semiconductor Manufacturing (PSMC). TSMC, UMC, VIS e PSMC hanno tutti dato le loro ottimistiche prospettive di business per il 2021, con l’intenzione di costruire ulteriori capacità da 12 e 8 pollici. Un motivo in più per tenere d’occhio l’evolversi della pandemia.

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