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Multinazionali di Internet nei guai col fisco: ecco quanto dovranno sborsare

Storico summit al G7 di Londra sulla tassazione globale: nel mirino i giganti di Internet e le multinazionali.

Svolta sulla tassazione globale decisa dal G7 (by Adobestock)

Accordo storico al G7 di Londra tra i ministri delle finanze delle sette nazioni più ricche. Il 5 giugno, in un meeting svoltosi nella capitale inglese,  è stato definito un piano di tassazione che mette nel mirino i giganti della tecnologia e le multinazionali del web che sinora avevano potuto usufruire di agevolazioni fiscali, dato che avevano avuto la furbizia di far tassare i propri introiti in paesi dal regime più leggero. Ora dovranno pagare invece di più nei paesi in cui operano effettivamente, con aliquota minima globale di imposta sulle società fissata al 15%. Coinvolta anche l’Italia, che fa parte dei Paesi del G7 e dovrà adeguare il suo statuto d’impresa.

I maggiori enti colpiti sono i colossi della tecnologia che compongono il cosiddetto “Silicon Six”, ovvero Facebook, Amazon, Microsoft, Netflix, Apple e Alphabet (che controlla Google) accusate di aver evaso circa 96 miliardi tra 2011 e 2020 su entrate da trilioni di dollari. Stop ai paradisi fiscali? Forse, di sicuro più giustizia per i contribuenti della classe media.

Le conseguenze del G7 e la nuova tassazione: chi ci guadagna e chi ci rimette

Le decisioni del G7 a luglio verranno esposte al G20 (by Adobestock)

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La riforma odierna voluta dal G7 si fonda su due punti cardine: aliquota minima al 15%” per tutte le multinazionali e tassazione al 20% riallocata nei Paesi in cui gli utili maturano per le imprese con margini superiori al 10%. Su queste premesse l’accordo è totale tra i paesi del G7, che ricordiamolo sono Italia, Canada, StatiUniti, RegnoUnito, Giappone, Francia e Germania. L’impegno preso garantirà una tassazione equa per i lavoratori e verrà ridiscussa a luglio in occasione del G20, dove il dibattito verrà portato all’attenzione di un gruppo di paesi più ampio.

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Subito dopo la riunione dei big, la prima dai tempi della pandemia, ha preso la parola il Cancelliere dello scacchiere britannico Rishi Sunak, che ha fatto gli onori di casa affermando con entusiasmo che si tratta di un passo storico ed ormai improcrastinabile per adeguare il sistema fiscale all’ era digitalizzata. L’auspicio è quello di una ripartizione giusta che possa premiare gli sforzi dei contribuenti inglesi. Per quanto riguarda invece l’Italia si è espresso il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, secondo il quale il provvedimento è equo e darà una forte spinta all’economia del nostro Paese. Se ne riparlerà comunque a luglio, in occasione del G20 organizzato a Venezia.

 

 

Giuseppe D'Amato

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