Twitter è una minaccia. E deve essere sospeso a tempo indeterminato

Una minaccia per l’intero paese. Twitter viene dipinto anche così. Il sociale network e microblogging, con sede a San Francisco e con filiali a San Antonio e Boston, passato dal 2007 sotto la giurisdizione dello stato del Delaware, è stato sospeso in Nigeria dopo che la piattaforma di Jack Dorsey si è azzardata a rimuovere un “cinguettio” del presidente Muhammadu Buhari, sulle successioni regionali nel paese.

Twitter, per qualcuno è una minaccia (Adobe Stock)
Twitter, per qualcuno è una minaccia (Adobe Stock)

Il governo nigeriano ha reagito così, sospendendo Twitter nel paese “a tempo indeterminato”. Secondo il ministro dell’Informazione e della Cultura, Alhaji Lai Mohammed, il divieto è dovuto all'”uso persistente della piattaforma per attività in grado di minare l’esistenza aziendale della Nigeria”.

Twitter e quella la scintilla mai scoccata. Periodo caldo e problematico per molti social network

Twitter, ma non solo: periodo caldo per i social (Adobe Stock)
Twitter, ma non solo: periodo caldo per i social (Adobe Stock)

Sebbene non fosse chiaro come sarebbe avvenuta la sospensione, Reuters precisa che il social californiano è stato sospeso in maniera discontinua. Sabato scorso Twitter non era accessibile per alcuni operatori di telefonia mobile, con interruzioni parziali dell’app iOS, a seconda della connessione Internet. Twitter sta esaminando la sospensione e dichiara di essere “profondamente preoccupato”.

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Il tweet giudicato offensivo di Buhari è stato rimosso da Twitter mercoledì, in quanto il presidente africano minacciava di punire i gruppi accusati di attacchi agli edifici governativi del paese. Venerdì la decisione della sospensione da parte del Ministero federale dell’informazione e della cultura nigeriana.

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Fra Twitter e la Nigeria non è mai scoppiata la scintilla. Relazione sempre sul filo delle turbolenza. Il CEO Jack Dorsey chiamò i suoi follower a donare bitcoin per aiutare i manifestanti che cercano la riforma della polizia, nel mezzo di una repressione di protesta nel 2020. Il ministro dell’informazione adirato con Twitter per aver aperto il suo primo ufficio africano in Ghana piuttosto rispetto alla Nigeria, influenzato, a suo dire, da false dichiarazioni nei media.

La sospensione di Twitter in Nigeria avviene in un momento storico molto particolare: i social network stanno affrontando il nodo dell’utilizzo delle varie piattaforme da parte dei politici, una questione già affrontata nel Congresso degli Stati Uniti nell’ottobre 2020, quando furono chiamati proprio i big social a testimoniare.

E ancora. In Florida a maggio, il governatore Ron DeSantis ha firmato un disegno di legge per affrontare la “grande censura tecnologica” che introdurrebbe multe giornaliere per chi non si atterrà alle nuove normative.

A giugno anche Facebook ha annunciato che avrebbe mantenuto il divieto nei confronti dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump fino a gennaio 2023, rivalutando comunque la sua posizione di volta in volta.

Clubhouse è stato bloccato in Oman a marzo, ufficialmente per la mancanza di un permesso per operare nel paese, anche se per alcuni c’è stato un tentativo di censurare gli utenti di un social in grande ascesa, che a fine dicembre 2020 è stato valutato 100 milioni di dollari e con il nuovo anno ha raggiunto il miliardo di dollari.

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