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La guida definitiva allo streaming musicale: ecco i migliori servizi

Sono tanti, alcuni gratuiti ed altri a pagamento. Noi li abbiamo messi a confronto in questa piccola guida: ecco quali scegliere. 

Alcuni servizi di streaming musicale messi a confronto (by Adobestock)

Youtube, Apple Music, Spotify, Amazon Music, Deezer e chi più ne ha più ne metta: come sono lontani i tempi del caro vecchio giradischi o del registratore a cassette, dei vinili e dei CD. Ora che la musica in streaming sembra averli spediti definitivamente in soffitta, qualcuno sicuramente li rimpiangerà per il loro valore affettivo e di mercato (soprattutto i vinili), altri e-consumer spietati e voraci invece si fregheranno le mani nel poter rovistare tra cataloghi praticamente illimitati per una manciata di spiccioli (si aggirano tutti, come vedremo, sui 9,99 euro al mese).

La scossa era stata data già a metà anni novanta con l’avvento del formato mp3, che unito alle enormi possibilità offerte da Internet ha rivoluzionato completamente il modo di ascoltare musica. Niente più sabati pomeriggio a spulciare nei mercatini o nei negozietti di fiducia con gli amici, non sarà certo il massimo del romanticismo o della socialità ma non è nemmeno tutto da gettare alle ortiche. I moderni servizi tecnologici offrono infatti un palinsesto ricco ed esaustivo: tra quelli gratis o a pagamento, con o senza pubblicità, in abbonamento o pay-per-use, ce n’è per tutte le tasche e tutte le esigenze.

Musica in Streaming: tutto è cominciato in Svezia un giorno del 2008

Musica ovunque e in quantità illimitata (by Adobestock)

Spotify, fondato a Stoccolma da Daniel Ek nel 2006 e lanciato ufficialmente sul mercato il 7 ottobre del 2008, ha solo perfezionato un discorso di condivisione peer-to-peer già avviato da E-mule e compagnia bella qualche anno addietro, ma può considerarsi a tutti gli effetti il primo servizio di streaming illimitato come lo concepiamo oggi ed il più conosciuto.I vantaggi a livello economico di queste piattaforme, inutile girarci intorno, per il consumatore sono molteplici. Prendiamo ad esempio la morte di Franco Battiato, che nelle scorse settimane ha suscitato in Italia grande scalpore: vi manca il suo ultimo album o volete fare un ripassino di qualche opera un po’ più datata? Grazie a Spotify e altre app simili con un semplice clic potrete ascoltare direttamente la sua discografia per intero, e quella di praticamente qualunque altro artista.

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Oggi Spotify si piazza ancora al primo posto per popolarità e facilità d’uso, con 70 milioni di brani messi a disposizione. E’ gratuito a patto che tolleriamo le inserzioni pubblicitarie, mentre con la versione Premium eviteremo la pubblicità e ne guadagneremo in prestazioni(qualità di riproduzione audio, “skip” dei brani e possibilità di utilizzo anche in modalità offline). Si può anche sottoscrivere un abbonamento (Individual, Family o Student) con prezzi che variano da un minimo di 4,99 a un massimo di 15,99 euro al mese: a livello tariffario e d’offerta il suo principale avversario Deezer non si discosta molto (9,99 euro al mese sino ai 14,99 del piano Family) ed in più introduce l’interessante novità del Flow, che comunica direttamente all’algoritmo i nostri gusti in base a ciò che stiamo ascoltando cosicché il server possa creare in automatico delle playlist “su misura” (con sound ottimale a 320 kbit/s). Sta scalando parecchie posizioni nel gradimento degli utenti Amazon Music Unlimited, ultima nata in ordine di tempo che è gratis per i primi 30 giorni (due milioni di brani per massimo 40 ore mensili), ma poi offre solo versioni a pagamento (9,99 euro al mese o 99 euro l’anno per 60 milioni di brani senza limiti d’ascolto e possibilità di download offline). Anche in questo caso il lungimirante Jeff Bezos ha fatto irruzione sul mercato con una proposta sontuosa, fatta di sessanta milioni di file in qualità HD e Ultra HD fino a 256Kbit/s, possibilità di ascolto offline e playlist automatiche.

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Quando si parla di musica, impossibile poi non citare Youtube, forse il primissimo vero prototipo da PC di streaming audio e video che nel suo formato app Youtube Music garantisce un’ esperienza Premium in tre diverse alternative audio (bassa,media, e alta), mentre la versione Free apporta alcune limitazioni antipatiche come ascolto obbligatorio con lo schermo acceso e parecchie interruzioni pubblicitarie. In compenso il palinsesto è sterminato è si può godere su Android, iOS e dispositivivi Google Nest. Infine, non può mancare naturalmente Apple Music, che chiude il cerchio dei cinque “giganti”: anche in questo caso settanta milioni di brani a 9,99 euro al mese (14,99 nel formato famiglia) e collegamento diretto ad Apple TV e alle librerie i-Tunes. Si lascia apprezzare la web radio 24/7 Apple Music 1 (ex Beats 1), che vanta partecipazioni live di alcuni prestigiosi artisti. A voi la scelta.

Giuseppe D'Amato

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