Le app contro il Covid-19 stanno realmente funzionando?

Molti paesi hanno adottato la tecnologia per combattere l’espandersi del virus: i risultati ottenuti cambiano a seconda delle strategie locali.

Covid 19
Alcuni paesi hanno scelto di combattere il Covid con la tecnologia (by Adobestock)

Il protrarsi della pandemia di Covid 19 ha costretto molti governi mondiali ad aguzzare l’ingegno nel tentativo di tener d’occhio i cittadini per limitarne i danni alla salute. Alcuni paesi hanno deciso di affrontare l’emergenza affidandosi a soluzioni tecnologiche, ma la scelta è davvero andata a buon fine? Stando ad alcune analisi stilate prettamente sul comportamento degli stati del sud-est asiatico i risultati variano significativamente a seconda del percorso intrapreso dalle diverse etnie di appartenenza.

Prendiamo ad esempio il caso limite di Singapore: il paese insulare, situato a sud della Malesia, nel periodo esaminato ha optato per un metodo non troppo invasivo, ovvero la creazione di una semplice app di tracciamento dei contatti Bluetooth che però ha finito poi per infrangere la privacy e procurare dati privati al governo.

L’ app centralizzata di Singapore, insomma, in un primo momento ha svolto efficacemente il compito per cui era stata studiata, ovvero “seguire” il percorso delle persone all’interno degli uffici, delle scuole e dei grandi centri commerciali, alla lunga però l’utilizzo intensivo della stessa è deragliato in una sorta di “abuso” di potere con travalicamento della sfera lecita.

Le app contro il Covid: come si stanno comportando i paesi che le hanno adottate

Covid
Usando le app alcuni dati sensibili sfuggono al controllo (by Adobestock)

Dunque parecchi dati sensibili sono finiti in mani indesiderate in nome di una “giusta causa”, Singapore però non è un caso isolato e molti altri paesi, come la Corea del Sud, hanno deciso di imitare il protocollo tecnologico. Seoul in questo senso ha fatto abbastanza bene: uno studio è stato pubblicato sulla rivista Nature dal professor Landau, che sottolinea come l’utilità di queste di queste app è stata apprezzata a lungo andare, sia pur con rilevanti differenze in base alle culture di pertinenza.

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Venendo all’Europa, ad esempio, l’app creata dal National Health Service denominata NHS Covid-19 aveva monitorato la diffusione della pandemia in Inghilterra e Galles, evitando centinaia di migliaia di casi di contagio. Nell’ultima settimana però, a causa del brusco aumento dei casi sospetti, il numero di avvisi recapitati agli utenti con l’invito andare in isolamento è vertiginosamente aumentato causando un sorta di “tilt” al sistema che ha scomodato persino il parlamento.

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Molte aziende difatti accusano il colpo per questa “morìa” sospetta generata dall’app che giustifica la continua assenza dei dipendenti dal posto di lavoro, così i “quartieri” alti spingono per un cambiamento dei software di riferimento. Dall’altra parte i politici ribattono che l’app potrebbe sì in futuro esser perfezionata, ma anche che al momento sta svolgendo alla perfezione il suo compito limitandosi a fare semplicemente ciò per cui era stata progettata.

 

 

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